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La gabbia e il senso della libertà insegnato da un uccellino

"In bocca al coccodrillo"

Questa settimana il coccodrillo e io vi chiediamo di acuire uno solo dei vostri sensi: molti di voi penseranno che stiamo per esortarvi ad aguzzare la vista dal momento che presentiamo un libro, altri saranno più poetici e diranno che il senso da affinare è quello del gusto poiché il coccodrillo è un gran divoratore di libri. Ma vi state sbagliando. Per una volta infatti vi chiediamo di porre attenzione ai suoni. Perciò, prima di leggere quest’articolo, mettetevi comodi sulla vostra poltrona preferita, spegnete tutti i dispositivi che di solito squillano, urlano e reclamano attenzione. E ora concedetevi una pausa dedicata all’udito.

Lo sentite? C’è un refolo di vento che sembra un soffio e che vi stuzzica l’orecchio destro, fa un giro attorno alla nuca e va a solleticare l’orecchio sinistro. E’ leggero, giocherellone, delicato. Poi arrivano un rumore secco di una finestra che si chiude per non far entrare l’aria e il suono indispettito di una giravolta delle pagine di un libro che si ribella all’ultimo scherzo del vento. Ora regna il silenzio. Qualcuno tossisce in una stanza, la musica del vicino è così alta da poter distinguere qualche nota, ma voi non lasciatevi distrarre. Se tendete l’orecchio, potete sentirlo. Vibra nell’aria, è come una piroetta sonora che fa sorridere, è come un saluto di allegria e gioia. È il cinguettio del protagonista del libro che il coccodrillo e io abbiamo avuto il piacere di leggere questa settimana. “La gabbia” pubblicato da Bacchilega Editore è una sinfonia di immagini e parole che insegna il fondamentale valore della libertà. Un uccellino dalle piume blu con una ribelle cresta rossa in testa e un beccuccio giallo un po’ imbronciato cinguetta ogni giorno all’interno di una gabbia. Questo Orfeo dall’aspetto di passerotto incanta i passanti che non possono fare a meno di fermarsi davanti alla sua gabbietta e ascoltare affascinati ogni melodia. Voi riuscite a sentire il cinguettio? Immaginate un canto che sa di terra, quella umida che è appena stata accarezzata da una leggera pioggerellina, sarete avvolti dal profumo di fiori di campo che sanno di sole, di vento, di natura quieta e tranquilla, vi ritroverete a sentire la danza delle api che vengono a succhiare il polline e percepirete il fruscio delle ali delle farfalle, le ballerine dell’aria con le loro vesti colorate. Lasciatevi trasportare dal suono delle fronde degli alberi che vi accolgono in un inchino di benvenuto, porgete l’orecchio allo zampillio dell’acqua della fonte. Respirate la libertà, quella che più vi si addice, quella che più si adatta a voi. Vostro è il cinguettio di libertà, vostro è il modo in cui potrete plasmarlo.

Ma è davvero libertà quella di un uccellino in gabbia? Sì, se la gabbia in realtà non esiste. Il primo passante che assiste all’esibizione canora del protagonista non può fare a meno di staccare una sbarra, pulirla a dovere e trasformarla in un flauto. Poi arriva un secondo passante, poi un terzo, poi ancora un quarto e così via. Il quinto passante addirittura sceglie più sbarre e così crea un violino.

E così via finché, da un lato, non si forma una piccola orchestra e, dall’altro, l’uccellino, con la gabbia ormai in pezzi, resta libero di spiccare il volo. Alla fine non è l’uccellino a dover imparare il significato di libertà: il suo compito è quello di insegnare agli uomini a creare insieme un’unica orchestra in cui tanti elementi diversi sappiano accordarsi alla perfezione.

Nella settimana in cui si è celebrata la Festa della Liberazione, l’inno melodioso del passerotto ideato dalla penna di Alice Brière-Haquet diventa il simbolo della libertà che si guadagna con l’aiuto degli altri, con l’accettazione dei nostri limiti e con la fiducia nel prossimo. Le sbarre si possono staccare, la gabbia si può smontare, le barriere si possono superare.

La gabbia

Alice Brière-Haquet

Bacchilega Editore

Consigliato ai bambini dai 3 anni in su e ai ricercatori della propria libertà

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