Coldiretti scrive ai sindaci dei comuni colpiti dalle gelate per sollecitarli ad attivare le procedure per richiedere il riconoscimento dello stato di calamità. “Auspichiamo si concluda in tempi brevi la fase degli accertamenti tecnici necessari alla delimitazione dei terreni sui quali insistono le coltivazioni bruciate dal brusco abbassamento delle temperature che nella notte tra venerdì e sabato scorsi è stato fatale per vigneti, ortaggi, frutteti e noccioleti. È bene precisare, ai fini del buon esito della procedura amministrativa, che la nostra agricoltura – spiega il presidente Mauro Pacifici – è stata piegata da un mix esplosivo dove il gelo ha inferto il colpo di grazia alla vegetazione già stremata dalla prolungata siccità. I due fattori sono concause di un disastro senza precedenti, almeno nella storia recente della Tuscia”. La gelata è stata devastante. Compromessi, in qualche caso fino al 70%, i raccolti di uva, kiwi, ortaggi. Verifiche ancora in corso sulla tenuta di alcuni frutteti e noccioleti.
“Speriamo che la repentina escursione termica che ha bruciato gemme e prime fioriture non abbia compromesso le piante. I primi riscontri – aggiunge il direttore Alberto Frau – ci autorizzano ad un cauto ottimismo. È evidente che il bilancio dei danni è destinato ad aumentare perché la mancata produzione, soprattutto nel caso dei vigneti, inciderà anche sulla prossima annata, con gravi ripercussioni sulla tenuta di un indotto che coinvolge oltre ai produttori vitivinicoli anche imbottigliatori e cantine sociali”. Coldiretti invita i propri associati a produrre autocertificazioni dei danni subiti. “Queste dichiarazioni – conclude Frau – sono utili ai fini della ripartizione di eventuali risarcimenti”. Le certificazioni vanno consegnate ai comuni di residenza che poi le invieranno in Regione, ente delegato al deposito presso il ministero della richiesta di dichiarazione del riconoscimento dello stato di calamità naturale.