Un viterbese nell’Olimpo della Thai Boxe. Si chiama Simone Bertini, 22 anni, e oggi alle 13 ora italiana salirà sul ring thailandese del Pattaya Stadium per il Max Muay Thai, uno dei tornei mondiali più prestigiosi di questa disciplina di combattimento. Partito un mese fa per la Thailandia insieme all’amico e collega di ring Michele Pennacchietti , il ragazzo si è allenato per tre settimane alla “7 Muay Thai Gym”, un camp dove i maestri locali della disciplina l’hanno preparato nel migliore dei modi per la sfida: due allenamenti al giorno, durissimi, compresi 10 km di corsa, accompagnati dal caldo bestiale che fa da quelle parti. Il suo avversario di oggi sarà un atleta del posto, Petchmongkol Aor Udommongkol, nome impossibile, a differenza del match che è apertissimo.
“Se Simone farà quello che ha studiato da noi in palestra e lì in queste settimane ce la può fare: l’avversario è forte ma è alla sua portata” dice Andrea Palazzetti, il maestro del team Chok Dee che allena il ragazzo da quando aveva 16 anni. “L’importante – spiega – è che chiuda la distanza in modo rapido, usi bene i pugni e metta pressione: saranno 3 round da 3 minuti dove servirà ritmo veloce, picchiare duro e fare spettacolo”. Come ogni impresa eroica che si rispetti non poteva mancare l’imprevisto. “Simone ha avuto anche un’ infiammazione tendinea alla gamba destra – racconta -. Nonostante questo, a differenza di altri che sarebbero tornati a casa, è rimasto lì continuando ad allenarsi duramente. Ghiaccio, antidolorifici, fisioterapia: alla fine si è rimesso in sesto ed è rientrato nel peso di categoria di 67 kg. Ha dimostrato di avere le palle: quello di oggi sarà anche il suo primo match da professionista, senza gomitiere, e lo farà in Thailandia contro un thailandese. Un vero battesimo del fuoco”.
Bertini, a soli 22 anni, è l’atleta di punta del Chok Dee, la squadra di Thai Boxe della palestra Evo Academy allenata da Palazzetti. “Sono molto fiero di lui – dice il maestro – è il primo agonista del team. L’ho preso che era veramente piccolo e ora vederlo a questo livelli è un orgoglio. Simone è un punto di riferimento per gli altri ragazzi della squadra, è una sorta di capitano e finora, sia come atleta che nei rapporti con i compagni, ha portato in alto la bandiera nel migliore dei modi”. Qualunque sarà l’esito dell’incontro la storia del Muay Thai italiano è già stata scritta, con i colori gialloblu.