Culle sempre più vuote e matrimoni in calo. I dati Istat della popolazione e famiglie dell’area laziale e di quella Viterbese parlano chiaro: sono sempre meno le coppie che si sposano e sempre meno è chi decide di avere un figlio, aumentano però anziani e morti e con loro la speranza di una vita più lunga.
Non nasce più nessuno ed il calo è ormai evidente. Se nel 2013 il tasso di natalità della regione Lazio era 9,1 per mille, nel 2015 è sceso a 7,8 per mille e le province in allerta sono Rieti al primo posto con un quoziente di natalità pari al 7,2 per mille ed al secondo posto Viterbo a 7,3. Al contrario Latina è all’8,5 e Roma all’8,3.
Niente più figli e niente più matrimoni, lo conferma l’Istat che ha registrato nel 2013 il tasso di nuzialità della regione pari a 3,1 per mille. L’indice aumenta a Viterbo con 3,3 e diminuisce a Rieti con 2,7; Frosinone, Roma e Latina rimangono nella media.
Sempre meno bambini ma in aumento la crescita dell’età media delle donne al parto. Nel 2013 infatti il tasso dell’età media della madre al parto della regione è di 32 e tale è rimasto degli ultimi anni. In primis Roma con 32,1, a seguire la coppia Viterbo- Rieti, entrambi con 31,7 e poi Latina con 31,4 e Frosinone 31,2. Se diminuiscono sempre di più le nuove generazioni, aumentano invece gli anziani. Infatti la percentuale di vecchiaia della regione totale a partire dal 1° gennaio 2013 è salito a 149,3. In pole position Rieti con 194,2 e Viterbo con 175,6; a seguire Frosinone con 159,2, Roma con 147,1 e Latina con 133.
Gli anziani aumentano e si prolunga la vita. Secondo i dati Istat il tasso di mortalità totale della regione è passato dal 11,1 per mille nel 2002 in cui la Ciociaria era all’apice dell’indice, al 9,5 per mille nel 2013. Rieti e Viterbo sempre ai primi posti con il primo 12,3 e il secondo 11,3; poi Frosinone con 10,9, Roma 9,2 e Latina 8,4. Se nel 2002 la speranza di vita per la regione era di 80,1 anni, 83 per le donne e 77,2 per gli uomini, nel 2013 la speranza di vita a zero anni è di 81,8 anni, mentre a 65 è di 20,1 evidente la differenza tra donne e uomini, per il sesso femminile il tasso è di 84,2, per quello maschile è di 79,5.
Quasi inesistente il saldo migratorio. Quello interno è a meno 1,7 per mille, mentre quello con l’estero è positivo sempre dell’1,7. Sono avvenuti cambiamenti dal 2013 anno in cui si è registrato un tasso migratorio interno del 1,2 e esterno 4,9. Negativo l’indice interno in tutte le province: Frosinone con –2; Latina –1,1; Rieti con –0,4; Viterbo con –0,2 e al contrario Roma con 2. Positivo nel 2013 il saldo migratorio con l’estero per un totale di 4,9. Frosinone per ultima in classifica con 1,8, preceduta da Viterbo con 2,2 e Rieti con 3,3; Roma e Latina primi con 5,6 e 4,5.
Il risultato migliore del tasso di crescita totale in provincia è stato nel 2013 con il 9 per mille, ma già nel 2014 si era tornati a meno 1,4 per mille. Nella regione, a Viterbo è a meno 5,2 per mille, Rieti a meno 3,2 e Roma a meno 0,4. Solo Latina è positiva, a 3,1, ma nel 2013 era arrivata al 31,3. Negli ultimi due anni risulta stabile il numero dei figli per donna a 1,25. Poco meno rispetto all’1,27 del 2012, ma soprattutto dell’1,31 del 2012, l’anno migliore da questo punto di vista, considerato che nel 2012 il numero medio era di 1,14. Nel resto del Lazio Latina è a 1,36, Roma a 1,33, Rieti a 1,24 e Viterbo a 1,21.