Sono tempi duri per chi prova a fare arte, teatro o cinema in Italia. I continui tagli ai fondi, che nel corso degli anni hanno riguardato i vari governi, hanno reso impossibile la vita a chi fa della cultura la sua missione. Ma c’è per fortuna chi non si scoraggia. Come il regista Barbato de Stefano che ha scelto uno dei teatri più belli della Tuscia per girare il suo cortometraggio “Mezza Sala”. È il teatro Sala San Nicola, fiore all’occhiello del ridente, seppur piccolissimo paesino di Blera. E oggi, il centro nel cuore della campagna viterbese sta per sbarcare oltreoceano e sul grande schermo, grazie alle fatiche del regista napoletano.
Il cortometraggio firmato de Stefano, è infatti, in concorso per il Premio David di Donatello 2017 e in finale negli Usa per il Los Angeles CineFest 2017, vantando già al suo attivo l’arrivo in finale in alcune delle più importanti kermesse del settore: il Puerto Madero International Film Festival in Argentina, il Cuneo Film Festival, il Festival Corto Corrente e il 12 Months Film Festival 2016. Ma cosa aspettarci dalla pellicola? “Il cortometraggio si sviluppa in un unico respiro dove si alternano suoni e immagini, con le quali ho voluto ricostruire l’orrore che noi giovani artisti viviamo e il dramma che i nostri figli saranno destinati ad affrontare” ha dichiarato lo stesso de Stefano. Un lavoro che punta, dunque, sulla denuncia sociale attraverso lo sguardo diretto del regista. Ma non solo. È anche un racconto in chiave allegorica del “bel paese”, che tanto “meraviglioso” non è più. O forse ha dimenticato di esserlo.
E allora come tornare all’antico splendore? Come invertire quell’inesorabile tendenza per cui la modernità sembra essere legittimata a distruggere il passato? Semplice. Ricordando a tutti la “grande bellezza” che ci circonda. Come quella della dimenticata, ma stupenda Sala San Nicola, scelta come set dal regista, e che al suo interno presenta affreschi cinquecenteschi dall’inestimabile valore artistico. Su cui – imperativo assoluto – bisogna tornare a far luce. E il titolo del cortometraggio, “Mezza sala”, allude proprio a questo: se in teatro il termine indica il momento in cui le luci si abbassano per comunicare ai presenti l’inizio dello spettacolo, allo stesso modo il cortometraggio dovrà d’improvviso far luce su una realtà troppo spesso e troppo a lungo lasciata nell’ombra. Perché, come sottolinea Barbato de Stefano, “l’arte è di tutti e come tale deve essere accessibile e visibile”. Nei prossimi giorni “Mezza Sala” verrà proiettato all’Università La Sapienza di Roma.