Io non voglio idealizzare o mitizzare internet, e men che meno il popolo, ma per me Facebook rimane la tecnica con cui il “sistema” ha infiltrato il web, costringendolo dentro un contenitore simil-televisivo e privandolo di quel minimo potenziale controinformativo e sovversivo che, pur essendo un mezzo nato per scopi militari, intrinsecamente possedeva. Adesso internet è Facebook e Facebook è internet, un gigantesco parco giochi virtuale controllato dal’industria dove i cittadini si fanno schedare di buon grado.
E la prova di ciò è semplicemente il dato di fatto che prima dell’avvento di Facebook l’italiano medio culturalmente sottosviluppato accedeva a internet al massimo per masturbarsi o controllare il meteo e la posta elettronica, ammesso che ne fosse in grado. Nel 2007 potevi liberamente scrivere su internet insulti al tuo vicino di casa con la garanzia che non li avrebbe mai letti, non prima del 2013, e parlo per esperienza personale.
Il Mario Rossi del baretto è diventato il Rossi Mario della rete e se osi contraddirlo ti bolla subito come radical chic.
Fulvio Venanzini