Oltre 145 milioni di voucher venduti in Italia solo nel 2016 con un aumento del 26,3 rispetto all’anno precedente. Negli ultimi due anni il voucher è diventato una vera e propria patologia entrata nel nostro mercato del lavoro. Solo nel Lazio nell’anno appena trascorso sono stati venduti circa 7 milioni di voucher. Nel 2008 erano solo 4mila, nel 2015 5 milioni 400mila, già 3 milioni in più rispetto al 2013 quando i voucher in circolazione nella nostra regione superavano di poco i due milioni. Un aumento, nel corso degli anni, che è stato a dir poco esponenziale.
La distribuzione sul territorio nazionale vede il 64% dei buoni-lavoro venduti nel Nord (93,2 milioni), e il restante 36% suddiviso quasi equamente tra il Centro (26,3 milioni) ed il Mezzogiorno (25,8 milioni di voucher). A livello regionale, sulla base delle stime fatte dalla Uil, tra le prime 5 Regioni per quantitativo più alto di voucher venduti nel 2016 troviamo: la Lombardia (27 milioni), il Veneto (18,5 milioni), l’Emilia Romagna (18,2 milioni), il Piemonte (11,9 milioni) e la Toscana (10,6 milioni). Diversa la prospettiva regionale se guardiamo agli aumenti rispetto al 2015. L’incremento più alto c’è stato in Campania (+43,7%), seguita dalla Sicilia (+39,1%) e dalla Toscana (+32,1%).
Da una stima effettuata a livello provinciale, nelle prime 10 posizioni, per maggior numero di voucher venduti nel 2016 troviamo invece: Milano (9,8 milioni), Torino (5,6 milioni), Roma (5,1 milioni), Brescia (4,2 milioni), Bologna (3,9 milioni), Verona (3,8 milioni), Bolzano (3,6 milioni), Venezia e Padova (3,3 milioni) e Treviso (3,2 milioni). Le 10 province meno “voucherizzate” si trovano tutte nel Mezzogiorno, ad eccezione di Rieti (circa 214 mila voucher). Dall’analisi condotta per attività d’impiego, oltre il 50% dei voucher del 2016 (pari a 73 milioni) si stimano venduti per prestazioni effettuate in attività a cui la Riforma del 2012 ha esteso il campo di applicazione (industria, edilizia, trasporti, etc.). Continuando, a seguire c’è il settore del turismo con una previsione di circa 21 milioni di buoni-lavoro venduti nel 2016, il commercio (18,4 milioni) e i servizi (14,9 milioni).
“I voucher – sottolinea il Segretario confederale Uil Guglielmo Loy – sono la punta di un iceberg ben più grande. L’economia dei lavoretti viaggia con altre velocità e sta, sempre più, caratterizzando parte importante della nostra economia. È li, in particolare, che si dovrebbe porre attenzione: il vasto mondo che sta nel mezzo tra il lavoro autonomo (vero) e quello subordinato, caratterizzato da lavori senza regole, con retribuzioni unilateralmente decise dal datore di lavoro e tutele sociali quasi nulle”.
Giancarlo Turchetti,
Segretario generale della Uil di Viterbo