Dopo aver letto la lucida intervista di Emanuele Macaluso rilasciata alle pagine de L’Unità, mi viene spontaneo muovere alcune considerazioni. La puntualità del ragionamento politico di Macaluso traccia in maniera inequivocabile la linea più corretta per contribuire a riportare in buona salute il nostro Paese. Il rilancio dell’occupazione, con una particolare attenzione a quella giovanile e al probabile Referendum sul Jobs Act promosso dalla Cgil, la gestione dell’emergenza dei terremotati ed rilancio di quei territori, il consolidamento del nostro profilo internazionale alla vigilia di appuntamenti nodali: l’anniversario dei Trattati di Roma ed il G7 a Taormina con al centro del dibattito i temi del Mediterraneo. Sono alcuni dei punti di straordinaria importanza che non possono essere messi a repentaglio da una scomposta necessità di ritorno, anticipato, alle urne.
In un clima di forte instabilità politica, dettato da una crescente disaffezione nei confronti della cosa pubblica, all’indomani del Referendum Costituzionale che ha aggravato una situazione di tensione politica già consistente, il nostro Paese ha bisogno di avviare un percorso di equilibrio che, parallelamente ad una nuova legge elettorale, possa dare seguito a tutte quelle urgenze che per troppo tempo hanno atteso. Non vedo il nesso per cui, alla bocciatura di una riforma debba necessariamente corrispondere la fine anticipata di una legislatura.
All’indomani dall’esito incontrovertibile del voto referendario, anche in assenza di un congresso imminente, è compito del Partito Democratico, troppo frazionato e che ha evidentemente rotto un rapporto diretto e di confronto con il proprio elettorato, lavorare per definire nuovamente il suo profilo, aprendosi davvero alle istanze reali dei cittadini che è chiamato a rappresentare, non lasciandosi tentare dal canto delle sirene del voto anticipato che finirebbe per tradursi nel De Profundis del centro sinistra.
Se il Governo Gentiloni è davvero di servizio, che si prodighi in un lavoro concreto, non soltanto dedicato alla legge elettorale, ma a tutte quelle priorità sottaciute da un dibattito troppo concentrato sul dopo. L’orizzonte è chiaro: ripartiamo dalle urgenze, lavoriamo affinché il Partito Democratico ritrovi davvero la sua identità di sinistra e contribuisca, in modo non più autoreferenziale, al cambiamento di questo Paese. È tempo di pensare alle responsabilità, non alle elezioni. È questo ciò di cui abbiamo bisogno.
Melissa Mongiardo
Consigliere Comunale Partito Democratico