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“Turismo, Tuscia al 30% delle sue potenzialità”

Bastianelli, direttore Enit, al convegno Federlazio: "Il segreto di Bagnoregio? Far pagare il ticket"

Francesco Bigiotti, sindaco di Bagnoregio, e Gianni Bastianelli, direttore Enit

Francesco Bigiotti, sindaco di Bagnoregio, e Gianni Bastianelli, direttore Enit

A lezione di turismo. Ce n’è davvero bisogno? Sì, e tanto pure. Perché non è affatto scontato che gli ottimi incrementi registrati a Viterbo negli ultimi mesi siano scontati e continuamente crescenti. E perché, allo stesso modo, non è affatto detto che lo straordinario successo di Civita di Bagnoregio debba restare un fenomeno e basta. Si deve crescere, si deve migliorare. “Quando si diventa polo di attrazione turistica, cresce l’aspettativa. E se è difficile arrivare ad un certo livello, è molto più facile invece scendere giù nella considerazione generale”: parole e musica di Gianni Bastianelli, uno dei massimi esperti italiani del settore e attualmente direttore dell’Agenzia nazionale del turismo, dopo che per anni si è occupato della stessa materia nel Lazio.  Se ne parla nell’incontro di fine anno organizzato da Federlazio all’Hotel Salus Terme con la partecipazione anche del sindaco di Bagnoregio Francesco Bigiotti e della padrona di casa, l’imprenditrice Tiziana Governatori. Introduce il presidente dell’associazione imprenditoriale Gianni Calisti, modera il giornalista Giorgio Renzetti

Bastianelli non è tipo che la manda a dire: “La cultura del monoprodotto è ormai superata da molto tempo. Un territorio diventa attraente quando è in grado di raccontare una storia. Non esiste un marchio unico che possa caratterizzare una zona come la Tuscia”. Quindi l’aspetto termale sicuramente, ma a braccetto anche la storia (quella medievale e soprattutto quella legata ai papi e ai concili), i giardini. Con un occhio particolare all’enogastronomia. “Oggi  – sempre lui – è inconcepibile non poter offrire ai visitatori cucina di qualità, piatti tipici e vini di eccellenza che vanno tutti raccontati e spiegati. Altrimenti la delusione è forte. E chi resta deluso, non solo non torna ma soprattutto fa pessima pubblicità”.

Tiziana Governatori, manager dellHotel Salus Terme

Tiziana Governatori, manager dell’Hotel Salus Terme

“Noi – interviene Tiziana Governatori- siamo riusciti a fare sinergia con l’altra struttura specializzata nel settore, le Terme dei Papi. Mi auguro che questa collaborazione possa realizzarsi anche con gli impianti che verranno. Altrimenti non potremmo mai aspirare a diventare davvero una città termale. Il vero problema che abbiamo davanti oggi è che non sappiamo bene su che cosa puntare per accrescere il numero degli arrivi”. Interrogativo pregnante, Bastianelli non si sottrae e chiarisce ancora meglio i concetti precedenti: “Bisogna trovare sempre il motivo per indurre le persone ad andare in un posto. Gli eventi certo, ma anche e soprattutto le storie da raccontare. Bisogna essere capaci di suscitare curiosità e interesse. Diversificare l’offerta per poter accontentare le esigenze di tutti.  E non deve trattarsi solo di discoteche. Si fa turismo nel tempo libero, durante il quale ci si vuole divertire, oltre che riposare e rilassarsi”.
L’esempio di Civita di Bagnoregio è particolarmente calzante: nel giro di pochi anni gli arrivi sono passati da 80mila a circa 600mila. Un boom che adesso sta toccando Matera. Qual è il segreto? Il direttore dell’Enit non ha dubbi: “La scintilla per me è stato il pagamento del biglietto di ingresso. Perché questo ha dato valore al brand”. Allarga il discorso il sindaco Bigiotti: “Ancor prima del ticket (sulla cui introduzione ci furono attriti importanti nella maggioranza e forti resistenze da parte degli operatori commerciali) secondo me furono i festival del cinema e dei motori a dare la prima spinta. Oggi dobbiamo pensare a consolidare questo successo dando maggiori e migliori servizi. Peraltro non c’era alternativa al turismo per la crescita del mio territorio. Una scelta quasi obbligata “.
Il saluto del presidente di Federlazio Gianni Calisti

Il saluto del presidente di Federlazio Gianni Calisti

Consigli? Tanti, sempre a firma Bastianelli: “Non mi sembra il caso di puntare sugli Etruschi: sono poco attrattivi e non costituiscono un brand. Interessano una nicchia abbastanza limitata. Poco può arrivare anche dai cammini: la Toscana ne fa 30mila all’anno. E non credo nemmeno ai grandi flussi dall’estero. Secondo me bisogna puntare sulla promozione nelle regioni vicine su gente che ci può arrivare in poco tempo e che, se si è trovata bene, ci ritorna facilmente. E poi c’è la Macchina di Santa Rosa da sfruttare sempre, non solo il 3 settembre. Averla portata a Milano all’Expo è stato un successo importante, ma va utilizzata con continuità come marchio della città”. La conclusione di Bastianelli è un autentico inno all’ottimismo: “La Tuscia oggi è al 30% delle sue potenzialità”. Facile immaginare quanto si può (e si deve) lavorare per migliorare.

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