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Scoperta la ”Tomba della Truccatrice”

Riaffiora dalla terra della necropoli di Vulci un'altra importante e rara sepoltura

La necropoli di Vulci

La necropoli di Vulci

La parte di storia che racconta di un tempo lontano, quando la Tuscia era abitata dal noto, ma ancora in parte sconosciuto popolo etrusco, ha ricevuto uno straordinario regalo di Natale: una nuova tomba nella necropoli di Vulci. Risalente al III-II secolo a. C., è stata chiamata la ”Tomba della Truccatrice” perché appartenente ad un donna etrusca sepolta insieme ad alcuni oggetti cosmetici.

Gli archeologi della Fondazione Vulci, coordinati dalla Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale, hanno ritrovato infatti all’interno della sepoltura un corredo funebre davvero inusuale. Una custodia con ganci i argento e che in origine doveva essere in pelle, come testimoniano le tracce di materiale organico rinvenute, conteneva un piccolo cucchiaio, una spatola, entrambi in bronzo, e perle di terre colorate, rarissime da trovare, usate per truccare il viso.

Archeologi a lavoro

Archeologi a lavoro

Un ritrovamento unico del suo genere quindi che apre le porte ad un nuovo studio sulle usanze e sui modi di vivere del popolo etrusco che abitava nella Tuscia. Nel corredo funebre inoltre sono stati recuperati altri oggetti, tra cui un laghinos (vaso a forma di bottiglia con collo lungo e sottile), un piedino in bronzo a forma di arpia, un set di vasi in bronzo decorati a sbalzo ed ad incisione composto da uno specchio, una situla, un tegame, una piccola cista (contenitore per oggetti per il trucco femminile), un paio di forbici, uno strigile (oggetto generalmente maschile, usato dagli atleti per detergere il sudore e cospargere olio sul corpo) ed una borraccia ancora tappata.

”Sarà interessantissimo analizzare il contenuto di quest’ultima – spiega il direttore scientifico Carlo Casi ad Ansamed -, cercando di capire che cosa racchiudesse in origine e a quale importante liquido fosse lei dedicata. Le analisi dei reperti sono già in corso e sono già stati prelevati i campioni che saranno esaminati dal professor Rambaldi presso la facoltà di chimica dell’università di Modena e Reggio Emilia”.

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