Tra incontri, mostre, attività ludico-didattiche si chiude oggi la prima fase di Pagine a Colori. In questo mese tante sono state le cose successe durante il festival dedicato all’illustrazione e alla letteratura per bambini e ragazzi. “Accade per esempio che arrivino un centinaio tra i bambini e ragazzini al giorno, per lo più alunni dell’IC Ettore Sacconi di Tarquinia (ma anche da Civitavecchia e dalla provincia), a visitare la mostra, leggere libri, discutere, scambiarsi parole e sguardi – sottolinea il direttore artistico Roberta Angeletti -. Accade che l’ex sala capitolare degli Agostiniani di San Marco sia visitata per tutto il tempo da persone di ogni età e che una sessantina di studenti dell’IISS Vincenzo Cardarelli si avvicendino, sgomitando un po’ per il piacere di venire più spesso, nel divertente quanto estenuante servizio di guidare le scolaresche tra i libri e le illustrazioni di 14 artisti di livello internazionale. Accade che a Mara Stefani, tenace tirocinante universitaria a nostra – quasi completa – disposizione, venga in mente di animare i pomeriggi con giochi da tavolo e letture e che nei freddi pomeriggi infrasettimanali si riversino in mostra decine di marmocchi. Accade anche che i nostri ospiti, autorevoli rappresentanti della cultura e dell’editoria che spesso vengono da molto lontano, ci dicano di non aver per nulla sospettato un livello e una qualità così alti e che restino letteralmente incantati da questa mostra e dalle tantissime iniziative. Accade che i gomitoli di lana che impreziosiscono l’allestimento, si accorcino visibilmente, giorno dopo giorno, per l’intervento non richiesto ma graditissimo di tutte le nonne che vengono qui e che, sedute sulla comoda poltrona, iniziano a sferruzzare raccontando le storie della loro infanzia davanti a tanti bambini affamati di parole e di poesia…”
“Accade poi – continua – che per il rilascio della Carta d’Identipac si crei un’autentica coda di nonni e bambini (e non solo) davanti all’ufficio anagrafe del Comune di Tarquinia. Accade che il nostro ospite Alex Corlazzoli, giornalista , scrittore e maestro elementare, crei un vero proprio tumulto di entusiasmo e che il numeroso pubblico resti confuso e inebriato dalle tante sferzate di energia e di coraggio che Alex infonde negli animi di coloro che, per amore o per forza, si ritrovano a rivestire il ruolo di educatori. Accade che lui, andandosene, ci lasci un messaggio che dice ‘grazie del dono dell’incontro, ho imparato tante cose qui da voi’ e che anche sul libro delle firme ci si accorga di quanto spesso ricorra la parola ‘grazie’ e di quante emozioni affiorino nelle parole di tanti visitatori forestieri, sorpresi, dicono e scrivono, di questa inattesa magia. Accade che vengano a visitare la mostra gli anziani del Centro Diurno e del Centro per i Malati di Alzheimer, con cui abbiamo in vario modo collaborato, e che si divertano, si commuovano e si ritrovino nelle foto esposte risalenti a quando, bambini infiocchettati, stavano allineati e composti accanto al loro maestro d’altri tempi…per quel clik che avrebbe conservato a lungo i loro sguardi di stupore. Accade che Pagine a Colori invii chiari segnali di una piccola rivoluzione in atto, di quelle che si fanno con passione e chiarezza di obiettivi, ma anche con pazienza e determinazione. Una rivoluzione ‘discreta’ guidata da chi organizza la manifestazione, a cui si affiancano uniti genitori, insegnanti, qualche figura istituzionale e tanti ragazzi e che ha come obiettivo quello di arginare la brutalità che ci circonda, di favorire in tutti i modi possibili esperienze estetiche significative per piccoli e grandi, di realizzare concretamente l’idea di un long life learning quanto mai richiesto in un mondo che evolve così rapidamente e di recuperare infine la forza innovativa che scaturisce dall’incontro tra arte, comunicazione e linguaggi e dalla condivisione di tutto ciò tra persone di età e provenienze differenti in un’ottica che vede possibile la costruzione di una società autenticamente inclusiva”.
“Se a Pagine a Colori – conclude Roberta Angeletti – non accadono le solite cose, vuol dire che queste cose producono cambiamenti, aprono finestre, suggeriscono strade, stimolano domande, fissano ricordi, suscitano emozioni, dimostrando che la cultura è nutrimento necessario per coltivare speranza di miglioramento in ogni ambito della nostra vita”.