“Gli ultimi due anni sono stati i più brutti in assoluto della mia vita, mi hanno messo alla gogna come chi si macchia dei crimini più efferati, ma io non fatto niente, non ho rubato un euro né ammazzato nessuno”. Francesco Moltoni tira un sospiro di sollievo, dopo che il voto di ieri in consiglio comunale ha respinto la delibera che ne chiedeva la decadenza per incompatibilità, a seguito di una sentenza della Corte dei Conti per un danno erariale relativo alla vicenda ex Cev.
La soddisfazione per il risultato di ieri c’è, ma non cancella gli ultimi due anni “che hanno segnato profondamente me e la mia famiglia – continua Moltoni -. Va però chiarito che io, al pari di altri, ho solo approvato una delibera corredata da tutti pareri favorevoli, che recepiva l’indicazione emersa dal voto dell’allora consiglio comunale. Sicuramente abbiamo sbagliato, ma c’erano tutti i pareri a supporto. I soldi di quelle ricapitalizzazioni, però, non li ho gestiti io”. Il danno erariale accertato per quanto riguarda Moltoni è di circa 80mila euro, oggetto ancora oggi di una controversia legale legata all’assicurazione che Moltoni, come altri amministratori comunali di quel tempo, aveva sottoscritto. “Non lo voglio neanche affrontare – dice – il discorso sulla giustizia italiana, che dopo sette anni non è capace di arrivare ad una sentenza”.
La maggioranza di Michelini ieri a Palazzo dei Priori sul caso Moltoni è andata in mille pezzi: solo otto i voti a favore della decadenza, a fronte di nove contrari, un’astensione e nove consiglieri che hanno fatto ricorso all’articolo 47/4 che permette di essere presenti senza però esprimere voto. Il sindaco aveva lasciato alla sua maggioranza mani libere, così come il Pd, ma il dato politico che emerge è devastante per la ‘”coalizione”‘ che governa Palazzo dei Priori. Le tante facce tirate di ieri (specie di sponda fioroniana) nella Sala d’Ercole al termine della votazione ne sono la dimostrazione. ‘”Io credo che alla fine abbia prevalso la ragionevolezza – commenta ancora Chicco Moltoni -. Sarebbe stato un precedente davvero inquietante. E’ la prima volta che si discute in questo modo sulla decadenza di un consigliere. Ho ringraziato uno per uno personalmente, e voglio farlo anche pubblicamente, quelli che hanno votato no, e allo stesso modo mi sento di dire grazie a coloro che, non certi della procedura e della legittimità della delibera, hanno scelto di appellarsi all’articolo 47/4. Hanno riconosciuto l’importanza del ruolo di un consigliere democraticamente eletto in quanto espressione di una volontà dei cittadini”.
“Credo che su una situazione controversa come la mia – aggiunge – non ci fossero i presupposti per votare la decadenza. Farla passare avrebbe messo in discussione la democraticità dell’istituzione comunale. Peraltro eravamo in due in consiglio a trovarci nella stessa situazione (l’altro è l’assessore Maurizio Tofani, che però ha pagato il suo debito con le casse comunali prima di entrare in giunta, ndr), ma da quando la politica è tornata a essere questione di censo? Se uno può pagare resta e viene premiato con l’assessorato, mentre se uno non può farlo deve essere escluso?”. “Si sarebbe creato – conclude con un pizzico di amarezza – un precedente preoccupante”.