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Mense scolastiche, i dati non convincono

Serenissima e Multiline rassicurano, ma i genitori continuano a protestare

mense-scolastiche-3Mense scolastiche, la quarta commissione vuole vederci chiaro. Ieri mattina durante la seduta richiesta dalla consigliera Chiara Frontini a seguito delle lamentele di alcuni genitori sulla qualità dei pasti serviti dalla società Serenissima, che ha fino al 2017 l’appalto per la refezione scolastica in alcune materne e alcune primarie del capoluogo, la stessa Frontini, e con lei il consigliere Luigi Buzzi, ha annunciato un’istanza di accesso agli atti per verificare l’esito dei controlli effettuati nello scorso anno scolastico e negli ultimi quattro mesi. Presenti alla seduta anche i rappresentanti della Serenissima e anche della Multiline di Reggio Emilia, società incaricata dal Comune di effettuare i controlli, oltre al presidente della Commissione mense, Luigi Pagliaro, e ad altri genitori che hanno tempo addietro protestato per il cibo servito ai loro figli. Nella fattispecie, sotto accusa c’era un purè di patate messo nei piatti dei bambini della materna di Santa Barbara.

“E’ necessario capire, a fronte delle lamentele di chi non è soddisfatto, come vengono effettuati i controlli di qualità – chiede la Frontini -. A inizio 2015 ricordo che fu messo a confronto quanto previsto dal capitolato con ciò che realmente veniva fornito e ci furono anche sanzioni per la Serenissima”. L’appalto attuale, da circa 3 milioni di euro, scadrà nel 2017, a breve si dovrà procedere con la nuova gara. “Questo per le mense è uno degli importi più importanti tra quelli banditi dal Comune – aggiunge Buzzi -, non solo per il valore economico ma anche per quello sociale dato che riguarda l’alimentazione dei nostri figli. Scongiuriamo dubbi e diamo rassicurazioni ai genitori”.mense-scolastiche-2

Rassicurazioni che arrivano sia dall’assessore Antonio Delli Iaconi, sia da Paolo Musini della Multiline che da Babusci della Serenissima: l’esito dei controlli non ha mostrato criticità e la soddisfazione dei bambini per il cibo è di media pari al 70%. “Siamo in una fase delicata – spiega Delli Iaconi – perché a breve per le mense scolastiche dovrà essere bandita la nuova gara”. Anche Pagliaro, presidente della Commissione mense (composta da genitori, insegnanti, tecnici e funzionari Asl), sottolinea come nei casi in cui sono stati assaggiati i cibi che mangiano i bambini non sono emersi problemi.

“La Multiline, su mandato del Comune di Viterbo, effettua controlli tutti i giorni, dal trasporto all’erogazione dei pasti – spiega Musini -. Nel caso del purè non conforme citato da alcuni genitori nelle loro lamentele, dal punto di vista organolettico posso dire che quella pietanza è stata considerata più che idonea. Così come le materie prime, la lavorazione delle patate, il latte e il resto. Tutto realizzato secondo le modalità previste”.

Ma i genitori presenti non sono d’accordo. Pur non avendone il diritto, il giorno in cui si è manifestato il caso del purè dello scandalo, sono entrati nelle cucine e si sono lamentati. Il caso è accaduto il 17 novembre, ma la polemica è esplosa qualche giorno più tardi. “Non pretendiamo pranzi da ristoranti a cinque stelle – dicono -, ma un purè che non sa di patate come quello non è purè. E non ha nulla di biologico, come previsto dall’appalto”. “L’appalto in realtà prevede che solo il 50% delle forniture sia biologica – precisa Musini -. Se ci sono scarti e il piatto non è gradito, noi lo assaggiamo per capire perché. Mediamente però i cibi serviti sono graditi. Tra il 60/70% il menù è gradito”.

“Se tutto va bene ma ci sono lamentele da parte degli utenti – interviene ancora Buzzi – spiegateci allora come valutate la soddisfazione di chi consuma i pasti. Mi risulta che alcuni cibi siano anche trasportati insieme all’immondizia che viene portata via”. A quel punto Babusci, referente della Serenissima, sbotta contro il consigliere di FdI. “Lei dice il falso – attacca – queste sono solo provocazioni”. Poi gli animi si calmano. “Di quel purè ho anche le foto, posso metterle a disposizione – aggiunge Pagliaro -. Quel fatto è accaduto il 17 novembre, io ho pranzato con i bambini ed era tutto buono. Non voglio difendere nessuno, io parlo per quanto visto e assaggiato”.

In realtà qualche piccola criticità alla fine esce fuori. “Abbiamo segnalato qualche problema nel mantenimento della temperatura di alcuni cibi – riprende Musini -, ma l’azienda sta lavorando per risolverli. In passato abbiamo segnalato due o tre prodotti non in linea con le richieste del capitolato e loro immediatamente li hanno sostituiti”.

mense-scolastiche-1Frontini e Buzzi però non sono soddisfatti. Vogliono più dati, più numeri sui controlli, e anche che i consiglieri comunali tornino a far parte della commissione mense come era una volta, prima che la legge ne escludesse l’obbligo di partecipazione. Paolo Simoni chiede invece qual è l’incidenza delle lamentele. Babusci punta il dito contro i genitori che non hanno partecipato agli incontri organizzati dall’azienda e dal Comune. “Qualche docente è venuto – spiega – ma per il resto il deserto vero e proprio. Se ci sono criticità, bisogna lavorarci insieme, ma nessun genitore è venuto. Ora stiamo pensando di ricominciare con questi incontri. Da parte della Serenissima c’è la massima apertura, noi siamo per primi autocritici al massimo, effettuiamo controlli serrati. Non si si cambia il menù se non interviene una segnalazione sensibile, avviando la trafila con Comune e Asl e mantenendo le linee guida dell’appalto. Siamo a disposizione di tutti”. Anche dei genitori che si sono lamentati del famigerato purè. “Il prodotto resta lì per 72 ore come previsto dalla legge – aggiunge -, se volevano potevano chiederne un campione per farlo controllare da ditte esterne o anche dalla AsI. Gli utenti gli strumenti ce li hanno: dal 17 novembre, la vicenda è stata tirata fuori solo il 29. Perché?”.

Le spiegazioni non convincono, però, del tutto i consiglieri della quarta commissione. ”Ci avete illustrato la filosofia con cui operate, e va bene, lo apprezziamo – dichiara in conclusione Chiara Frontini -. Ma mancano i dati che permettano a noi consiglieri di capire nel dettaglio le evidenze oggettive. Presenteremo istanza di accesso agli atti per quanto riguarda la società di controllo per l’anno scolastico scorso e da settembre ad oggi. I genitori ci dicono che il cibo fa schifo, ma la ditta di controllo ci dice che invece è tutto ok”. “Noi consiglieri – conclude – dobbiamo trovare il modo di rilevare la percentuale di soddisfazione dell’utenza, dobbiamo capire cosa succede realmente”.

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