La musica trash e la tv spazzatura
Il mondo sta precipitosamente diventando un luogo surreale. In pochi mesi abbiamo assistito a cose come “Manuel Agnelli giudice di X Factor”, “Rovazzi disco d’oro”, “Donald Trump presidente degli Stati Uniti” e “Negrita vincono il premio De André”, e come se non bastasse solo nell’ultima settimana è accaduto l’impensabile: prima “Richard Benson ospite a Pomeriggio 5″ e addirittura “Bello FiGo a Dalla vostra parte”. Nulla sarà più come prima. Il trash musicale è stato definitivamente sdoganato, ha invaso le case degli italiani e sconvolto le casalinghe, disabituate al suo anarchismo verbale e alla sua potenza immaginifica.
“Il chitarrista più veloce del mondo”, reduce da tour come spalla di band quali Kiss e Queen, purtroppo oggi fisicamente malmesso, ha fatto capolino su Canale 5 il 28 novembre scorso col suo celebre bastone infernale per dare vita a un video che probabilmente i figli dei nostri figli continueranno a commentare e condividere, tanto grande è la sua portata culturale/mediatica. Dopo un dialogo con gli ospiti in studio in cui al fianco della consorte e sua musa ispiratrice Ester – la sua Yoko Ono – chiedeva aiuto per far fronte alle sue spese mediche, si è lasciato andare in un duetto a cappella a grande richiesta: “I Nani”, la sua ultima hit, conclusa con un urlo dalla potenza tale da coprire i suoni dello studio di Canale 5 per svariati secondi e disturbare l’illuminazione smarmellata del volto di Barbara D’Urso rivelando i segni impietosi del tempo. Giusto per ricordare al mondo che il leone seppur ferito sa ruggire ancora come una volta. Non è mancato il momento melodico, con Ester Esposito che sempre a cappella si è cimentata nel suo cavallo di battaglia personale, “O Sole mio”, che persino un altro grande interprete come Leopoldo Mastelloni, a sua volta recentemente in difficoltà economiche, sembra aver apprezzato. Il salotto di Barbara, tuttavia, nonostante l’evidente deperimento fisico di Richard, non gli ha risparmiato una certa dose di scetticismo e cinismo, e perfino Simona Tagli ha avuto qualcosa da ridire su un pezzo di Storia della Musica Heavy mondiale che chiedeva umilmente aiuto. Il cuore di Richard non sembra essere l’unico a non funzionare a dovere. Ma come dice sempre il vecchio Benson, “la vita è il nemico” e nulla più ci stupisce o ferisce.
Il rapper dipreista Bello FiGo, anche definito “l’Eminem italiano”, ha fatto invece la sua inaspettata apparizione, occhiale tondo alla John Lennon, nel famoso programma xenofobista di Rete 4 “Dalla vostra parte” il primo dicembre, per rappresentare una coraggiosa voce fuori dal coro, da contrapporre alla retorica populista destrorsa che solitamente lì la fa da padrona, rappresentata nello specifico principalmente da Alessandra Mussolini, nipote del Duce ed ex modella di Playboy.
Un match all’ultimo sangue, dunque, fra due protagonisti assoluti della cultura e dello spettacolo italiani, che molto hanno da dire su questioni delicate come l’immigrazione e l’integrazione. Ma i toni si sono fatti presto accesi e la Mussolini si è inalberata a causa della vivacità politicamente scorretta dei testi di Bello FiGo, il quale però non ha ceduto di un millimetro e fra uno stralcio di videoclip e l’altro ha difeso la sua arte e la sua gente attraverso l’unico linguaggio che conosce: quello della strada. E dello Swag naturalmente.
È intervenuto poi il mediatore culturale coi dreadlock, con un look fra Folagra e Fantozzi afro, ma – forse strategicamente – si è rivelato reazionario redarguendo con forza il nostro giovane artista ribelle, che si è visto perfino accusato di incitazione allo stupro da parte di un altro opinionista non meglio identificato sullo schermo. Tuttavia il mediatore rastone è stato presto silenziato dalla regia, perché va bene tutto ma questi negri ora si stanno prendendo troppa libertà. Ormai comunque è il caos in studio, e come poteva essere diversamente in questo uno contro tutti di beniana memoria interrazziale? Dal comune di Cencenighe Agordino c’è chi armato di tricolore invita l’ex Gucci Boy addirittura a chiedere scusa alla nazione, il che ricorda di nuovo il famoso incidente diplomatico di John Lennon sulla figura di Gesù Cristo. Artisti di rottura, rispettive vittime della censura e dei tabù del loro tempo. Nulla di nuovo.
“Bello FiGo, l’affitto te la paghiamo noi con le nostre tasse” – che per un attimo ci illude di aver udito un’altra parola, fulcro della sua stessa poetica – gridato da una cittadina indignata con lo striscione in collegamento da Rosarno, sigilla uno dei momenti più emozionanti e destabilizzanti degli ultimi decenni di televisione italiana. La storia ci assolverà, forse.
Questo e molti altri pensieri (tetri e non) di Fulvio Venanzini, si possono trovare sul suo blog “Inquietologia”, piattaforma WordPress