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L’Efebo di Sutri finalmente torna a casa

Tra i più tenaci sostenitori del ritorno a Sutri dell'Efebo c'è stato il professor Emanuele

L'Efebo esposto a Sutri

L’Efebo esposto a Sutri

Un piacevole ritorno sul territorio di un’opera d’arte importante, infatti, l’Efebo di Sutri è tornato a casa. È stata inaugurata, nel museo del Patrimonium della cittadina laziale, una mostra che vede come assoluta protagonista la statua di bronzo, alta poco meno di un metro, rinvenuta nel 1912 in un terreno nelle vicinanze di Sutri e a lungo conservata nel caveau di palazzo Massimo a Roma. L’evento ha visto la partecipazione di Francesco Rutelli, che tra i primi si era attivato quattro anni fa per consentire all’Efebo di lasciare il museo Nazionale Romano pere far ritorno a Sutri, il sottosegretario uscente ai beni e alle attività culturali Antimo Cesaro e il professor Emmanuele Emanuele, il mecenate che più di tutti si è speso per ottenere la restituzione dell’opera.

La statua rappresenta una figura maschile giovanile nuda in posizione eretta con il braccio destro sul capo e il sinistro piegato in modo da portare ad altezza del volto un oggetto ora mancante, forse uno specchio. L’Efebo risale al primo periodo imperiale. La sua somiglianza con la maggior parte dei bronzi pompeiani lo vuole prodotto da un’officina nazionale, come si conveniva al gusto e al lusso dell’arricchita borghesia romana. La mostra aperta a Sutri ha una data d’inizio, ma non ancora una data di chiusura. La soprintendenza romana ha infatti acconsentito a un prestito biennale dell’Efebo, che diventerà stabile se l’opera verrà valorizzata nel migliore dei modi. “Ho conosciuto la città di Sutri più di trent’anni fa, e me ne sono innamorato all’istante – ricorda Emmanuele Emanuele –. Qui ho preso casa ed è diventata la città in cui più mi piace vivere, per la bellezza e la poesia che la pervadono. Da uomo disponibile a dare una mano, in virtù del mio convincimento per cui la cultura sia lo strumento principe per mutare le sorti della nostra economia, ho iniziato qui un percorso, che ha preso avvio con il restauro del soffitto della chiesa di S. Francesco, la cripta della Chiesa paleocristiana che vive sotto la Cattedrale, il Lavatoio, la Chiesa antica dell’Ordine di Malta e poi, dando disponibilità assoluta per continuare a salvaguardare l’immenso patrimonio culturale di questo luogo. Ad esempio, vorrei realizzare in un futuro prossimo l’illuminazione del Mitreo, la digitalizzazione dell’Archivio storico, ma soprattutto vorrei valorizzare l’Anfiteatro romano di Sutri: portarci la musica, il teatro, la danza vorrei far diventare Sutri la nuova Spoleto, perché ci sono indubbiamente i presupposti per farlo”.

L'anfiteatro romano di Sutri

L’anfiteatro romano di Sutri

All’inaugurazione hanno preso parte, tra gli altri, anche il sindaco di Sutri, Guido Cianti, e l’assessore alla cultura, Ercole Fabrizi. “Quando – ha concluso il Emanuele – l’amico Fabrizi mi ha informato che Dario Franceschini aveva annunciato che si sarebbe speso per favorire il ritorno dell’Efebo a Sutri, luogo di origine della statua, io ho iniziato con costanza e determinazione ad incalzare il Ministro su questo punto, fino a quando ci sono riuscito, grazie anche alla collaborazione di un uomo di rara cultura e sensibilità qual è il sottosegretario Antimo Cesaro. E mi impegnerò a fare in modo che questo capolavoro da Sutri non si muova più, perché rimanga e dia gloria a questa meravigliosa città di cui è pregevole testimonianza”.

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