L’ombra di Balthus e l’eco del suo nome si sono diffuse nel Viterbese da quando il grande artista parigino acquistò il Castello di Montecavello. Ci visse dal 1970 sino alla sua morte, nel 2001, per amore della Tuscia e del suggestivo Medioevo circostante. Dopo averlo visitato, ospite del figlio Stash Klossowski de Rola, la scrittrice Valentina Neri presenta oggi alle 18 al Caffè Letterario di Viterbo, il libro Le donne di Balthus (Arkadia Editore), insieme a Cristina Marra, direttrice artistica di Ombre Festival. Prosegue con l’autrice sarda la rassegna che coniuga l’arte contemporanea alla letteratura, l’ispirazione che ha segnato le opere dei protagonisti del Novecento al loro vissuto privato, come ha sottolineato Vittorio Sgarbi. Il critico ferrarese, infatti, sarà ospite a sua volta del ciclo d’incontri il prossimo 17 dicembre.
“È stato emozionante entrare nello studio di Balthus – racconta Valentina Neri – i familiari non l’hanno toccato, perciò è ancora come l’artista lo ha lasciato, come se il tempo si fosse fermato. Poi è stato divertente riconoscere all’interno della casa cuscini e mobili che ricordavo, essendo gli stessi dei quadri. È difficile comprendere quanto fosse proiettato dentro la sua arte, tanto da usare qualsiasi cosa vedesse quale fonte d’ispirazione”.
Tre figure femminili dominano la scena, più altrettanti destini che si incrociano in una storia onirica e misteriosa. La giovane Selene ha sempre provato una strana attrazione verso un’antica dimora abbandonata del suo paese: “la casa color glicine”. Ed è proprio qui che Selene trova un disegno che a prima vista sembra una bozza di un celeberrimo quadro di Balthus: La chambre. È forse collegato al passato di quel luogo? E poi, che valore attribuire alla voce interiore che si fa largo nella sua mente e che afferma di chiamarsi Zuleika? Sarà l’incontro con Ludovica e la nascita di una strana creatura con i capelli color del mare, Ester, ad aprire nuovi scenari nell’esistenza di Selene. In un turbine di intrecci e di situazioni, i protagonisti della storia si affanneranno alla ricerca delle risposte alle mille domande che si affollano in ognuno di loro.
“Ho appena finito di leggere questo romanzo intenso, affascinante e di raffinata fattura – aggiunge il figlio di Balthus – e perciò lo raccomando a chiunque voglia approfondire la poetica di mio padre, il suo approccio alla tela bianca. Mi auguro sia tradotto al più presto”.