Dal mese di agosto l’unità operativa di Medicina nucleare dell’ospedale di Belcolle, diretta da Riccardo Schiavo, ha dato avvio alla somministrazione del radiofarmaco Xofigo, a base di Radium-223 Cloruro, per la terapia del carcinoma prostatico, quando questa malattia risulti resistente alla castrazione e siano progressivamente interessate le ossa. Il radiofarmaco autorizzato utilizza per la prima volta nel complesso ospedaliero viterbese le particelle alfa che, rispetto al trattamento chemioterapico, si sono dimostrate assai efficaci nel combattere la malattia, quando diviene più aggressiva, in quanto riducono il dolore accusato dai pazienti e il rischio di fratture spontanee, garantendo quindi una qualità di vita altrimenti non realizzabile.
I pazienti candidati alla somministrazione del radiofarmaco sono selezionati dal gruppo interdisciplinare di Uro-oncologia. I singoli casi clinici vengono discussi ogni lunedì a Belcolle presso l’unità di Radioterapia, con la partecipazione di oncologi, urologi, radioterapisti, patologi e medici nucleari.
La nuova terapia non richiede un ricovero “protetto” in reparti protetti per le radiazioni, ma avviene in regime di day hospital, che viene attivato presso l’unità di Oncologia. La procedura di trattamento prevede la somministrazione del radiofarmaco presso la Medicina nucleare del complesso ospedaliero viterbese e non comporta per i pazienti l’adozione, dopo il trattamento, di norme di comportamento diverse da quelle prescritte dopo una semplice scintigrafia.
“Abbiamo iniziato ad erogare questo nuovo trattamento – spiega Riccardo Schiavo – dopo che la Regione Lazio ha individuato la nostra struttura come centro autorizzato alla somministrazione del radiofarmaco Xofigo. La Asl di Viterbo, con l’apertura di questa linea di attività, conferma la propria vocazione all’uso del ‘nucleare buono’, confermando la precisa scelta strategica fatta 12 anni fa con l’apertura della Medicina nucleare. E non poteva essere altrimenti per un’azienda che ha sede in via Enrico Fermi, angolo via Emilio Segre: il primo (premio Nobel per la Fisica) già negli anni ’30 aveva preconizzato l’utilizzo della radioattività in medicina, il secondo (suo allievo), uno dei ragazzi di via Panisperna, è lo scopritore del primo elemento radioattivo prodotto artificialmente, il Tecnezio-99, il nuclide più utilizzato in medicina da più di 40 anni”.