Zingaretti è venuto in aula a raccontarci un Lazio che non esiste. Gli diamo atto dell’onestà intellettuale con cui ha riconosciuto i meriti della precedente amministrazione di centrodestra per il raggiungimento del traguardo dei conti in ordine, ma, per il resto, questi anni di governo sono assolutamente deludenti. I cittadini del Lazio continuano ad pagare le tasse più alte d’Italia e non basta aver ridotto il ticket sanitario, intervento che apprezziamo ma annunciato con una enfasi fastidiosa giocando sulla terminologia tecnica che rischia di confondere le persone. Sarebbe stato più onesto dire ai cittadini che dal primo gennaio pagheranno 15 euro in meno sul ticket per la risonanza magnetica; 5 in meno per interventi di fisiokinesiterapia e 4 in meno per una visita specialistica. Invece abbiamo assistito al solito spot zingarettiano.
Zingaretti ci ha parlato di Case della salute che funzionano, pronto soccorso decongestionati e un decreto pronto per aggredire le liste d’attesa, non foss’altro che alle liste d’attesa aveva dichiarato guerra già tre anni fa. Se ne sarà dimenticato, se i numeri dicono che bisogna aspettare fino a 360 giorni per un ecodoppler, 353 per una Tac e si potrebbe continuare a lungo. Così come le Case della salute non sono all’altezza delle aspettative dei cittadini, il centro Salute di Orte ha due piano dichiarati inagibili da mesi; per non parlare degli ospedali, come l’Andosilla di Civita Castellana, che hanno strumentazioni ormai obsolete, come la tac a quattro strati, poco efficaci a fronte di patologie complesse o oncologiche. I numeri che Zingaretti non ci dice sono quelli degli ospedali con i bilanci in rosso: circa 557 milioni di euro e la Giunta, per tutta risposta, aggiorna le tariffe dei direttori generali premiando la loro cattiva gestione. Non parla di atti aziendali che hanno prodotto duplicazioni inutili di unità operative complesse, obbedendo alla solita logica delle tessere di partito. O degli ospedali di frontiera in grave difficoltà con i cittadini costretti a migrare fuori regione per curarsi. E, infine, l’annosa questione della carenza di personale: Zingaretti conceda deroghe anche per il comparto della salute mentale, settore abbandonato che merita invece maggiore attenzione. Zingaretti ha detto che nei prossimi anni servirà una svolta, ce lo auguriamo anche noi, con un altro presidente; nel frattempo faccia in modo, in questo ultimo anno di governo, di fornire soluzioni credibili ai cittadini. Finché sarà al governo dovrà assumersi le sue responsabilità.
Daniele Sabatini
Consigliere regionale Cuoritaliani