Ci è voluto tanto tempo, ma alla fine la vertenza si è risolta nel migliore dei modi, ristabilendo quella giustizia e quell’equità sociale che dovrebbero essere proprie di un’amministrazione che davvero voglia applicare politiche di welfare. E la soluzione trovata, inevitabilmente, resterà tra gli obiettivi principali raggiunti, non senza sforzi, battaglie e dopo il pronunciamento del Consiglio di Stato, dalla maggioranza del sindaco Leonardo Michelini.
Parliamo della vicenda rette rsa, che da un anno e mezzo tiene banco a Palazzo dei Priori, oltre che nella aule dei tribunali amministrativi. Dopo che il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso dell’associazione Aforsat contro la delibera comunale 142/2015, che escludeva la partecipazione del Comune alla composizione delle rette per gli aventi diritto con Isee inferiore a 13mila euro, un mese fa circa in sede di seconda commissione consiliare la giunta comunale aveva annunciato di aver destinato un milione di euro alla copertura del 70% del debito con le strutture assistenziali. Restava fuori una quota di circa 300mila euro che, nelle speranze di Michelini e soci, avrebbe dovuto coprire la Regione Lazio. Ma la formula del contributo non aveva soddisfatto l’Aforsat, dato che per la normativa vigente in materia deve essere il Comune e non i pazienti il titolare del credito con le strutture.
Giovedì scorso ecco la sorpresa. Si chiude definitivamente una vertenza, dolorosa e spinosa, che negli ultimi 18 mesi ha messo l’uno contro gli altri Comune e cittadini: in consiglio comunale, prima del voto sulla variazione di bilancio, il sindaco Michelini ha annunciato che il Comune di Viterbo provvederà all’intera copertura per le rette rsa – e quindi non più solo per il 70% – e che resterà l’unico titolare del debito con le residenze sanitarie assistenziali. Una vittoria dell’Aforsat su tutta la linea.
“Dopo un anno e mezzo di criticità finalmente la volontà del Comune di risolvere una situazione complicata che ha messo in difficoltà amministrazione e cittadini è diventata realtà – commenta non senza un pizzico di soddisfazione l’assessore ai Servizi sociali di Palazzo dei Priori, Alessandra Troncarelli, a cui va dato atto di aver lavorato sodo dal momento del suo insediamento ad oggi per superare lo scontro con i cittadini su un tema tanto delicato -. A seguito della sentenza del Consiglio di Stato, insieme al sindaco ci siamo resi conto che per il 2015 non si poteva più indugiare, era necessario coprire interamente, e non solo per il 70%, l’importo totale delle rette. Il problema si poneva solo per l’anno scorso, dato che dal 2016 in poi si tornerà alla procedura precedente, con la Regione che concorrerà alle rette per il 50%”.
Da qui un’attività certosina di ricerca dei fondi. “Con Leonardo (Michelini, ndr), il dirigente e gli uffici ci siamo messi giù a testa bassa – aggiunge – rifacendo i conti da capo, pratica per pratica, caso per caso. Ci sono volute settimane di lavoro ininterrotto: la delibera per il contributo del 70% era pronta, ma alla luce dei riconteggi, proprio giovedì mattina è emerso che il totale alla fine era di un po’ più basso rispetto a quanto previsto. Quindi siamo rientrati nel milione e 100mila euro che il Comune aveva a disposizione. La differenza alla fine è di circa 14mila uro, che saranno coperti nel prossimo bilancio. In questo modo riusciremo a dare una risposta completa a tutti gli aventi diritto, al 100% delle quote, senza passare dal contributo”.
Il Comune rimane infatti titolare del debito con le strutture. “Palazzo dei Priori resta il referente diretto – continua l’assessore Troncarelli – viene meno il discorso del contributo, d’ora in avanti si procederà con le modalità utilizzate in passato come previsto dalla norma e le rette verranno pagate a compartecipazione. La nuova proposta di delibera è già pronta, a breve verrà presentata. Forse ci vorrà qualche in giorno in più per i pagamenti, ma il problema è stato risolto e i pazienti e le strutture potranno finalmente passare un Natale tranquillo”.
“Voglio ringraziare pubblicamente gli uffici dei Servizi sociali – conclude – che mi hanno supportato e che hanno fatto un enorme lavoro di verifica delle pratiche e dei dati. Un ringraziamento doveroso va poi all’associazione Aforsat e alla presidente Maria Laura Calcagnini, con cui il dialogo e il confronto sono sempre stati positivi”.