16112024Headline:

Martedì Inquietologia

Fidel Castro più autocritico e severo verso le sue colpe dei suoi sostenitori. Paradossale

fidelDissenso di appartenenza

Io devo dire di essere rimasto abbastanza disgustato constatando la profonda omertà e disonestà intellettuale dimostrata da molta gente in occasione della morte di Fidel. E non parlo dei “comunisti da stadio”, per cui ovviamente conta più l’attaccamento alla maglia che i fatti oggettivi, ma di persone e pagine Facebook impegnate nella lotta alla tortura, nella ricerca della verità sui fatti di Genova etc. Ebbene, questa gente non riesce o non vuole rendersi conto che la dittatura militare di Castro è ciò che loro stessi nel loro paese hanno subito in quei giorni del 2001, nel carcere di Bolzaneto. Perché come lo chiami quando qualcuno ti rinchiude, ti massacra per le tue idee e poi la fa franca grazie alla legge? Tutto ciò è grottesco, e non solo irrispettoso per quelle vittime, alle quali, in nome dell’antiamericanismo a tutti i costi si nega l’esistenza stessa, esattamente come fanno i neofascisti che questi antifascisti militanti tanto criticano. Personalmente non ammetto la violenza (“sacrificio”?) su un solo essere innocente in nome di un qualche “bene superiore”, né faccio sconti a nessuno in nome del “meno peggio” e trovo sconvolgente che lo facciano “anarchici” e “antispecisti”.fidel

Il solito “divide et impera”, che genera quel ricatto che spinge molti a schierarsi da una parte forzatamente, pena l’inclusione nella fazione nemica: “Se non sei pro Castro sei pro USA”. Ecco, cedere a questo ricatto non solo non è anarchico ma non è intelligente. Così come non lo è minimizzare nella propria fazione ciò che invece si accentua nella fazione opposta, in questo caso la sospensione di diritti umani e la discriminazione sessuale. Pur di conservare il proprio santino cubano si tende a passare sopra centinaia di cadaveri, a idealizzare un sistema oggettivamente repressivo comodamente seduti sul divano di casa propria cullati dal liberalismo economico e dal consumismo made in USA, chattando su facebook, in barba a quelle vittime. Quanta ipocrisia c’è in questo? Per me al di là dell’individuo e della sua libertà e intoccabilità non esiste altro, e tutto il resto è puro delirio nazista. In più mettici il bisogno ideologico di andare contro il parere del nostro nemico sulla carta – in questo caso Saviano (o Gasparri o chi per lui) – che porta a cambiare la realtà per adattarla ai nostri bisogni; ma l’onestà intellettuale risiede anche e soprattutto nel riconoscere quanto c’è di vero nelle parole del nostro nemico. Qui si è rasentato veramente l’assurdo anche perché, ribadiamolo, abbiamo un Fidel Castro più autocritico e severo verso le sue colpe di quanto non lo siano i suoi sostenitori. Paradossale.

Questo e molti altri pensieri (tetri e non) di Fulvio Venanzini, si possono trovare sul suo blog “Inquietologia”, piattaforma WordPress

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