Per me la cosa più frustrante e avvilente di questo mondo è dover discutere e litigare con persone alfabetizzate sul fatto che i potenti del pianeta facciano o meno i ca..i loro alle spalle dei poveracci. È come dover convincere qualcuno che quando il fornaio gli vende il pane ci guadagna sopra. E come se non bastasse ti prendono pure per il c..o! Loro! Perché si sentono furbi e intelligenti nel… credere ai mass media!
Si arriva al paradosso: “ahah e certo ora George Bush dice le bugie! Che co..ione che sei! Ma come fai a essere così ingenuo da credere che un governo possa mentire?! Svegliati fesso! Il potere è amore!”
L’ironia è ormai caduta in brutte mani, di gente che ne fa uso per difendere il sistema per partito preso, per fare propaganda subdola. Perché l’ironia se non c’è qualcosa dietro, un’idea o un ideale è la cosa più borghese del mondo. E quindi ironia non come individualità e libertà ma come omologazione con annesse battutine industriali e mediocri. Come pura arma contro il dissenso.
L’ironia diventa così il bullismo dei radical chic. Questo fenomeno perverso raggiunge il suo apice con i “comici debunker”, o “comici gatekeeper”, personaggi disonesti che usano la loro posizione e la loro dialettica non per attaccare l’istituzione in quanto tale e il pensiero dominante ma per difenderli allegramente e deridere chi li rifiuta rassicurando la maggioranza. E non fanno manco ride’, spesso.
Un Bill Hicks italiano me lo immagino per assurdo fare un pezzo in cui sfotte chi nega che Pelosi abbia ammazzato Pasolini, e il pubblico ride. Tanto il pubblico ride comunque, ride con Dado…
Da quando i benpensanti conformisti reazionari sono diventati ironici è più difficile riconoscerli ma anche più difficile per loro stessi riconoscersi tali.
Questo e molti altri pensieri (tetri e non) di Fulvio Venanzini, si possono trovare sul suo blog “Inquietologia”, piattaforma WordPress