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“In nove mesi 49 codici rosa a Belcolle”

Antonella Proietti, direttore sanitario di Belcolle, sui dati dello sportello "Non avere paura"

Antonella Proietti, responsabile dello sportello "Non avere paura"

Antonella Proietti, responsabile dello sportello “Non avere paura”

In un anno 49 codici rosa. 49 donne che, dall’8 marzo scorso a oggi, si sono rivolte allo sportello “Non avere paura” attivato all’interno del pronto soccorso dell’ospedale di Belcolle – in collaborazione con le forze dell’ordine e le associazioni di volontariato e sotto il coordinamento della Prefettura di Viterbo – con l’intento di trovare accoglienza, sostegno e aiuto. E per trovare la forza di denunciare gli abusi subiti.

Ogni 25 novembre, per volere delle Nazioni unite, dal 1999 si celebra la giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Un fenomeno, quello della violenza di genere, che non sembra conoscere battute d’arresto. Anzi. Sono 116 in Italia i casi di femminicidio dall’inizio dell’anno, nel 2015 erano stati 128. L’Osservatorio dell’Eures dedicato a questo fenomeno dipinge una situazione sconcertante: negli ultimi dieci anni le donne uccise nel nostro Paese sono state 1740, il 71,9% in famiglia, il 67,6% all’interno della coppia, il il 26,5% per mano di un ex. Il record di anno nero dei femminicidi resta ancora il 2000, con 199 delitti.

Nel 2016, sempre secondo l’Eures, il record territoriale dei femminicidi, consumati per il 75,9% in ambito familiare, spetta al nord Italia (l’ultimo caso solo l’altroieri), con 62 donne uccise (53,4%). Sono 31 le donne assassinate al sud (26,7%) e 23 al centro (19,8). Sono quasi sempre gli uomini i responsabili di tali atrocità (92,5%), mentre stupisce che l’età media delle vittime, 50,8 anni, sia abbastanza alta. Su base regionale, il primato negativo delle morti per femminicidio lo detiene la Lombardia, seguita da Veneto (13), Campania (12), Emilia Romagna (12), Toscana (11), Lazio (10) e Piemonte (10).

Fino ad oggi, casi di femminicidio nella Tuscia nel 2016, a differenza del 2015, non ce ne sono stati. Ma il numero delle violenze segnalate allo sportello “Non ti muovere” la dice lunga sulla diffusione del fenomeno degli abusi anche nel nostro territorio. “I casi sono tanti – spiega la dottoressa Antonella Proietti, direttore sanitario dell’ospedale di Belcolle e responsabile della struttura – specie se si considera che lo sportello è stato inaugurato dal governatore del Lazio Nicola Zingaretti solo lo scorso 8 marzo. Per non parlare poi del sommerso, di quelle donne che alla fine decidono di non denunciare”.

“Per tutti i codici rosa è stato attivato il protocollo previsto – continua la dottoressa Proietti -, con l’intervento dell’equipe multidisciplinare, attiva h24, costituita da quella che viene definita ‘unità rosa’, cioè da un medico di pronto soccorso, uno psicologo e un infermiere dedicato che rappresenta il case-manager del percorso. In caso di violenza sessuale, l’equipe multidisciplinare viene integrata dal medico ginecologo. L’80% dei casi riguarda vittime di violenza fisica, il 10% vittime di violenza sessuale e il 10% vittime di violenza psicologica”.violenza-contro-donne

Non solo punto di riferimento immediato all’arrivo al pronto soccorso, dunque, ma anche un grosso lavoro e un importante impegno nel trattare caso per caso anche nel passaggio successivo al servizio territoriale. “Di queste donne – entra nello specifico il dirigente Asl – 22 sono state prese in carico dall’Unità operativa di Psicologia, mentre 9 da altri servizi territoriali. E’ proprio su questo che stiamo lavorando, per favorire un collegamento con i consultori. Il fenomeno è certamente preoccupante, ma il percorso in rete ha dato dei risultati. Le problematiche principali si verificano soprattutto nei casi di emergenza abitativa, quando bisogna rivolgersi alle associazioni per trovare alle vittime di violenza un posto in casa di accoglienza”.

Non solo donne, infine, ma anche minori vittime di abusi e violenze, purtroppo, tra gli utenti dello sportello “Non avere paura”. “Da giugno scorso, quando è stato attivato il percorso dedicato, ad oggi sono stati 6 i minori accolti – conclude Antonella Proietti -. Nel caso specifico, il minore, dopo il triage presso il pronto soccorso, viene accolto subito presso il reparto di Pediatria di Belcolle. Anche in questo caso viene attivata un’equipe multidisciplinare, costituta da medico pediatra, case manager del percorso, psicologo e infermiere pediatrico”.

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