Le ragioni che hanno determinato la decisione della Ro.Ri di non rinnovare il contratto di solidarietà ai lavoratori della Clinica Santa Teresa e Casa di Cura di Nepi, sono da ricondurre sia al malcontento generale del personale sia per la sanzione amministrativa ricevuta dal DTL (Dipartimento Territoriale del Lavoro), dietro segnalazione di Usb, “per non aver rispettato pienamente il godimento delle ferie del personale”.
In poche parole, l’azienda Ro.Ri, viene multata dal Dipartimento Territoriale del lavoro, per aver attuato un contratto di solidarietà quando non c’erano i presupposti. Chi vuole far ricadere il mancato rinnovo del contratto di solidarietà sul sindacato Usb, forse non ha ben compreso, che quello proposto e firmato da Cgil Cisl e Uil nel 2015 era illegittimo, perché lavoratori non avevano usufruito delle ferie. Bisogna dire che i 34 lavoratori delle strutture, dal 2013 al 2015, già erano in cassa integrazione in deroga. Il gruppo Ro.Ri aveva chiesto e ottenuto lo stato di crisi aziendale e in quella circostanza tutte le sigle sindacali, compresa Usb, avevano firmato il contratto. Ma la crisi non era reale poiché i lavoratori nell’arco di quegli anni accumularono fino a 100 giorni di ferie.
Se un lavoratore, in un’azienda, non va in ferie significa che di lavoro ce n’è, e tanto, e non è vero che ci sono esuberi. Il personale manca, non ce n’è in più. Inoltre il contratto era stato firmato affinché l’azienda avesse il tempo di attuare un piano di sviluppo che riportasse i lavoratori ad usufruire di un contratto a tempo pieno. Il gruppo Ro.Ri non solo non ha effettuato un piano di sviluppo, così come promesso, ma non ha saputo nemmeno gestire in maniera imprenditoriale ed economica l’attività: ha pensato solo al guadagno sulle spalle dei lavoratori in quell’arco di tempo.
Nel 2015 i sindacati confederali hanno firmato per il contratto di solidarietà aiutando l’azienda a trovare un escamotage illegittimo e continuare pagare sempre di meno i lavoratori. Usb non firmò proprio perché la crisi aziendale non sussisteva e c’erano delle ferie non godute. Usb chiedeva all’azienda l’attuazione della normativa delle leggi e il reintegro, a tempo pieno, dei contratti di tutto il personale. Ora il DTL, una volta effettuati i controlli, multa l’azienda perché il contratto di solidarietà è illegittimo perché c’erano ferie non godute. Tutto questo accade perché USB fa il suo lavoro o perché altri sindacati non lo fanno?
Nel 2016 alla Santa Teresa è arrivata l’autorizzazione, dalla Regione Lazio, per l’erogazione di ulteriori servizi sanitari in regine privatistico. Aumentano le prestazioni, aumentano il lavoro e il profitto ma i lavoratori non devono avere un contratto a tempo pieno. Perché i sacrifici devono ricadere solo sulle spalle dei dipendenti e i profitti a vantaggio della proprietà? I sindacati non nascono proprio per tutelare i loro diritti?
Luca Paolocci
Usb Viterbo