C’è un filo, molto forte e solo in apparenza inspiegabile, che lega uomini in uniforme (quelli del 3° Reggimento elicotteri operazioni speciali dell’Aves “Aldebaran”) ad un’entità che opera nel sociale a Viterbo (la casa famiglia gestita dall’Associazione Murialdo) con una cura e un’attenzione che meriterebbero ben altro risalto e riconoscimenti. Soldati altamente specializzati, impiegati in operazioni delicate e talvolta neppure pubblicizzabili, e persone che in silenzio e ogni giorno seguono la crescita e la maturazione di bambini e ragazzi alle prese con problemi non derivanti dalla loro volontà. Attualmente sono otto (sia italiani che stranieri) gli ospiti della struttura del Murialdo, amorevolmente accuditi dalla direttrice Diana Di Monte.
Il legame tra Aves e casa famiglia nacque esattamente poco meno di un anno fa quando, nel mese di novembre del 2015, i ragazzi e gli educatori furono ospiti della cerimonia nella quale si festeggiava il primo anniversario della nascita del reggimento. Un contatto, forse casuale, che lentamente ma con continuità si è consolidato col passare del tempo. Come se i ragazzini della casa famiglia fossero diventati le mascotte del Reos. E così, come naturale conseguenza, l’altro giorno alcuni militari in servizio a Viterbo, guidati dal comandante Andrea Di Stasio, hanno ricambiato la visita con un incontro nei locali dell’Associazione. Nella circostanza, attraverso una operazione del tutto spontanea tra l’intero personale in servizio, sono stati raccolti beni di prima necessità (sia di natura alimentare che per l’igiene personale) che sono stati donati nel corso di una semplice cerimonia. Un gesto di amore e di concreta solidarietà che testimonia non solo l’attaccamento dei militari del Reos verso questa importante realtà, ma anche come la cittadinanza onoraria conferita qualche settimana fa dal Comune di Viterbo al reggimento sia meritata per la vicinanza costante degli uomini in uniforme verso la città che li ospita.
“Una mattinata – commenta il colonnello Di Stasio – all’insegna della condivisione e della solidarietà. Abbiamo potuto visitare la casa famiglia e renderci conto di persona del fondamentale lavoro portato avanti dagli operatori per aiutare quei ragazzi in difficoltà. Il regolamento prevede che possano essere ospitati solo minorenni, ma due di loro stanno per raggiungere la maggiore età e quindi dovrebbero andar via: hanno chiesto e ottenuto di poter restare. Dovranno solo spostarsi di stanza. Quella è una famiglia vera e propria che merita tutto il nostro sostegno”. Il ringraziamento della direttrice Diana Di Monte attraverso poche parole postate su Facebook: “E’ stato un momento intenso ed emozionante in cui abbiamo parlato non solo delle iniziative passate, ma abbiamo messo in cantiere anche iniziative future. A presto e grazie della bellissima visita…”.
Di che si tratta? Nei prossimi giorni, saranno a Viterbo altri ragazzini provenienti sia dall’Italia che da altri Paesi. In quella circostanza, il numeroso gruppo (del quale faranno naturalmente anche gli ospiti abituali della casa famiglia e i loro educatori e accompagnatori) sarà ospite del 3° Reos per un’altra visita che non potrà che rinsaldare i rapporti di affetto e di amicizia che ormai legano le due realtà. Così diverse eppure così vicine: vale proprio la pena metterlo in evidenza.