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Latte, obbligo dell’indicazione di origine

La norma, che andrà in vigore dal 2017, tutela i prodotti italiani e di qualità

Sì della Ue all'etichetta obbligatoria sulle confezioni di latte

Sì della Ue all’etichetta obbligatoria sulle confezioni di latte

Sapere per poter scegliere. Essere informati per avere piena libertà negli acquisti. Ma non solo. Anche per avere la consapevolezza di quello che mangiamo. Una rivoluzione alimentare, ma soprattutto culturale. Saranno queste le positive conseguenze che l’indicazione di origine obbligatoria per il latte e i suoi derivati avrà sulla gente. Il via libera dell’Unione Europea all’Italia sull’indicazione di provenienza dei prodotti caseari segna un punto di non ritorno per il mercato nazionale. E non in termini economici. Ma di qualità della spesa: per la prima volta, infatti, il consumatore potrà avere tutte le informazioni necessarie per un acquisto consapevole del prodotto. Sulle nuove etichettature dovrà essere indicato il paese di mungitura, quello in cui il latte è stato condizionato e quello in cui è avvenuta la trasformazione. Sia che si tratti di paesi appartenenti all’Unione europea, sia che non ne facciano parte.

Per l’entrata in vigore del provvedimento europeo si dovrà attendere con ogni probabilità l’inizio del prossimo anno, ma non oltre. A gennaio 2017, infatti, nei supermercati e negli alimentari di ogni provincia, i prodotti caseari dovranno avere le nuove etichette, cosicché tutti i cittadini possano ricostruirne la storia. E soprattutto possano essere liberi di scegliere cosa mangiare.

Maggiori garanzie anche sui prodotti derivati, come le mozzarelle

Maggiori garanzie anche sui prodotti derivati, come le mozzarelle

“Non tutti sanno, infatti, che almeno 3 confezioni di latte su 4, vendute a Viterbo, sono fatte con prodotto importato, così come la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate provenienti dall’estero” commenta Mauro Pacifici, presidente della Coldiretti.

Ma da oggi, la storia cambia. Spazio all’informazione e alla produzione locale. E non può che gioirne l’associazione dei produttori e coltivatori. Perché indicare la provenienza degli alimenti significa soprattutto mettere ko l’agropirateria. “Possiamo chiudergli finalmente la porta in faccia e lasciare spazio alle eccellenze locali, troppo soffocate dal mercato sleale”, prosegue lo stesso Pacifici.

Soddisfazione anche dal capogruppo Cuoritaliani alla Regione, Daniele Sabatini: “Gli allevatori e i produttori del Lazio finalmente potranno mettere la firma sulla propria produzione di latte, mozzarella e formaggi, garantendone alti livelli di sicurezza e qualità, grazie ai controlli veterinari”.

Via allora a un mercato 2.0. Libero dai falsari e dall’inconsapevolezza.

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