17112024Headline:

Il (finto) garantismo solo quando conviene

Riflessioni e considerazioni di varia umanità sorseggiando il caffè della domenica

trentarighe disegnoAssolti. L’ex sindaco di Roma Ignazio Marino (Pd, ma si può dire ancora?) e l’ex governatore del Piemonte Roberto Cota (Lega Nord) non sono colpevoli. Almeno in primo grado. Il primo doveva dare conto di una serie di pranzi e cene pagati con la carta di credito comunale; il secondo era implicato nella vicenda delle spese pazze e non conformi al carattere istituzionale nell’ambito dei fondi assegnati ai gruppi politici in Regione. Tanto rumore per nulla, verrebbe subito da dire. Ma sarebbe una posizione troppo semplicistica: le cose non stanno esattamente così, nel senso che le vicende, per quanto distinte e avvenute in ambiti totalmente distanti tra loro, hanno in comune la barbarie e il finto garantismo che caratterizza il mondo politico e giornalistico italiano.

Diciamoci la verità, in queste storie (come in tante altre, per carità), l’informazione ha un ruolo dominante. Nel senso che, non appena viene fuori la notizia che un politico è indagato o implicato in una qualche storia, scatta immediatamente il meccanismo: si deve dimettere, se ne deve andare, è un ladro, è un corrotto, ha tradito la fiducia dei cittadini… Non che tali posizioni siano del tutto infondate (e di esempi ce ne sarebbero a iosa), ma partire subito in quarta con una condanna a priori è un errore (grave) che troppo spesso i giornalisti commettono. Quindi, iniziamo noi per primi a fare ammenda. Perché poi, quando si arriva nelle aule dei tribunali e vengono pronunciate le sentenze (quelle solamente contano davvero), bisognerebbe avere il pudore di riconoscere di aver sbagliato e di essere stati troppo precipitosi. Le faccende si complicano ancora di più quando ci mettono mano i politici che, di solito, sono ipergarantisti quando si tratta di compagni di partito, ma molto meno quando c’è da dare una botta agli avversari, di qualunque colore. Cavalcare il sentimento popolare di discredito della politica è molto facile, ma ben poco si addice a chi dovrebbe sempre conservare equilibrio nelle valutazioni e nelle espressioni. Manco per idea…

Il fatto è che ci si dimentica troppo spesso (e soltanto quando fa comodo) che il nostro ordinamento impone di considerare tutti gli imputati innocenti fino all’ultimo grado di giudizio. Invece, qui si capovolge l’assunto: si è colpevoli a prescindere, fino a prova contraria. Non può funzionare così in una società che vuole definirsi civile. I leghisti – va detto – hanno sostenuto Cota nella sua battaglia giudiziaria; non altrettanto si può affermare del Pd (romano e nazionale) che invece ha scaricato in ogni modo Marino, forse per liberarsi di una presenza ritenuta ingombrante. Probabilmente il chirurgo non era all’altezza di fare il sindaco, ma aveva vinto le primarie e aveva dunque il diritto di battersi per il Campidoglio. Come in effetti è avvenuto con il successo finale ai danni dell’uscente Alemanno. E poi ci si meraviglia che adesso Marino abbia annunciato di voler andare in giro per l’Italia a fare propaganda per il no. Una ripicca? Può darsi, ma certo da parte dei democrat (romani e nazionali) non si è fatto nulla per difendere il primo cittadino della Capitale che rappresentava tutto il partito. E, a proposito di Roma, l’attuale assessore all’ambiente Paola Muraro risulta indagata per la sua precedente attività come consulente dell’Ama. Chiedere le dimissioni è anche questo atto di barbarie non giustificato. Il garantismo vale per tutti e non a giorni alterni e solo quando conviene.

Buona domenica.

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