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Afghanistan, 15 anni di vite spezzate

La Tuscia piange e ricorda i suoi militari caduti nelle missioni in quella terra lontana

Un soldato che tende la mano ad un bambino afgano

Un soldato italiano con un bambino afghano

Sono passati 15 anni da quando per la prima volta militari col tricolore (sul petto e nel cuore) misero piede in Afghanistan. Quindici anni di soldati italiani morti in azione, 15 anni di lacrime di persone care che piangono la loro scomparsa. Ieri ricorreva il quindicesimo anniversario di quella data fatidica e non si può fare a meno di pensare ai 5 figli della Tuscia caduti in quella lontana: Roberto Marchini (28 anni, nativo di Caprarola, guastatore della Folgore, ucciso a Bakwa nel luglio 2011 dall’ordigno che cercava di disinnescare), Giandomenico Pistonami (caporal maggiore di Lubriano morto il 17 settembre del 2009 a Kabul), Massimiliano Biondini (33 anni di Bagnoregio) e il ventinovenne Marco Cirillo di Viterbo, deceduti il 31 maggio del 2005 in seguito allo schianto di un elicottero a Tallil (Iraq) e il viterbese d’adozione Simone Cola, morto sempre in Iraq nel febbraio del 2005.

Davide Secondi, ufficiale della Brigata Taurinense, decorato con la medaglia di bronzo al valore dell’Esercito

Davide Secondi, ufficiale della Brigata Taurinense

Tutto comincia il 7 ottobre 2001, quando gli Stati Uniti invadono l’Afghanistan, a seguito dell’attentato al World Trade Center di New York (11 settembre di quello stesso anno. Un mese dopo, (esattamente il 7 novembre), arriva la decisione del Parlamento italiano, che vota il via libera all’intervento militare a sostegno della risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu. L’inizio della fine per i nostri militari che hanno sostenuto il governo afghano nello svolgimento delle attività di sviluppo e consolidamento delle istituzioni per la stabilizzazione della regione e per combattere il terrorismo internazionale. Il contingente viene schierato nelle aree delle città di Kabul ed Herat, dove gli scontri sono frequenti e i nostri uomini sono sempre sotto attacco.

Giandomenico Pistonami, originario di Lubriano

Giandomenico Pistonami, originario di Lubriano

La situazione si fa subito dura: attacchi continui, azioni ben studiate contro il nostro contingente, fino al punto che i talebani colpiscono con regolarità, fanno saltare in aria i mezzi blindate con ordigni artigianali, abbattono gli elicotteri, uccidono senza pietà. Perché nella guerra non c’è pietà, ma soltanto morte. Lo sanno bene le famiglie delle vittime che ancora oggi piangono per quei ragazzi, a cui la vita ha negato il futuro. Oggi, questo dolore non è finito e con la ricorrenza di ieri è tornato, ancora più forte, e con la stessa domanda: perché?

Da ricordare anche il tenente della Brigata Taurinense, Davide Secondi, originario di Sant’Angelo di Roccalvecce, protagonista il 26 ottobre 2012, di un drammatico episodio sulla strada 515, quella che collega Farah a Bakwa. Il blindato Cougar, sul quale viaggiava e del quale era comandante, saltò in aria su una mina. Per fortuna, solo tanta paura ma nessuna vittima. Per il perfetto coordinamento dell’azione dopo l’attentato, l’ufficiale viterbese è stato decorato recentemente con la croce di bronzo al valore dell’Esercito.

Roberto Marchini era nato a Caprarola

Roberto Marchini era nato a Caprarola

Oggi l’Afghanistan è una democrazia imperfetta (e talvolta anche corrotta), ma è passata attraverso il primo cambio al vertice, fra l’ex presidente Hamid Karzai e l’attuale Ashraf Ghani, senza spargimenti di sangue. L’economia cresce al ritmo del 10% all’anno, anche grazie ai 50 miliardi di dollari di aiuti internazionali in un decennio; il settore minerario è in pieno boom e petrolio e gas promettono prosperità futura. Kabul ha buone relazioni, oltre che con l’occidente, con Cina, Russia, India e Iran. Un futuro prospero per l’Afghanistan, ma un futuro di lacrime per i parenti dei militari che hanno perso la vita per realizzarlo.

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