15112024Headline:

Castagne, raccolto ai minimi termini

Pacifici (Coldiretti): "Situazione disperata per cinipide, gelate tardive e siccità"

Mauro Pacifici, presidente di Coldiretti Viterbo

Mauro Pacifici, presidente di Coldiretti Viterbo

Castagne, peggio di così non poteva proprio andare. “Quest’anno la raccolta si attesta su un 10-15% rispetto a un’annata normale, media”, dice sconsolato Mauro Pacifici, presidente di Coldiretti, reduce da un incontro con i produttori della zona dei Cimini. La riunione ha confermato i timori degli agricoltori che oltre al cinipide hanno dovuto fare i conti con le gelate tardive della scorsa primavera e la forte siccità estiva: la situazione castanicoltura è disperata. “Ora serve l’intervento delle istituzioni – taglia corto Pacifici – perché le previsioni sono più nere del previsto e alcune cooperative stanno già pensando di non aprire per niente”.

Eppure il raccolto dell’anno scorso faceva ben sperare. “Pensavamo di essere usciti dal periodo buio – prosegue il presidente di Coldiretti – e che quindi il 2016 confermasse un crescendo della produzione e invece oltre al problema cinipide, che si è riaffacciato con prepotenza nonostante gli sforzi per contrastarlo, si sono aggiunti i fattori climatici, totalmente inaspettati”.

C’è preoccupazione e sconforto tra i castanicoltori che, in generale, sono tutti nella stessa, disperata, situazione. Da Canepina a Caprarola, da San Martino a Soriano fino a Vallerano. Quindi l’appello di Pacifici: “Ora come non mai tocca alle istituzioni andare incontro anche perché, con questi dati pessimi alla mano, il danno diventa duplice: da un lato perdita economica, se manca il prodotto, manca il lavoro; dall’altro il problema sociale perché la Tuscia rischia sul serio di dire addio per sempre una delle sue eccellenze e non possiamo proprio permetterlo”.

Il temibile cinipide

Il temibile cinipide

Gli agricoltori non possono essere lasciati soli in questo momento di crisi perché alcuni, ora come ora, non hanno modo di sopravvivere. È per questo che alcune aziende agricole che hanno già dato vita a cooperative stanno pensando di non aprire: “L’unione fa la forza – continua Pacifici – ma ci sono anche spese fisse e stipendi da pagare. Se la situazione castagne è così tragica per alcuni non conviene investire sulla manodopera, è evidente”.

Le soluzioni? La natura è imprevedibile, fa il suo corso senza chiedere permesso, quindi occorrono misure, contributi, premi per il verde: “Le istituzioni hanno già fatto tanto. Penso per esempio alla lotta biologica al cinipide del castagno con il Torymus, l’insetto antagonista ma oggi la castanicoltura è in serio pericolo. Chiederemo anche aiuto all’Università della Tuscia, agli esperti della facoltà di agraria. Ma una cosa è certa: Coldiretti – conclude il presidente – è vicina ai castanicoltori e sosterrà in ogni modo e fino all’ultimo quello che è uno dei settori icona del nostro territorio”.

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