A differenza di quanto dichiarato dal deputato del Pd Mazzoli, riteniamo che l’Ape (anticipo pensionistico) e in generale l’accordo sottoscritto dal governo con Cgil, Cisl e Uil sia una vera e propria presa in giro nei confronti di milioni di pensionati e pensionandi. Dopo aver allungato a dismisura l’età pensionabile, questo Governo, come quelli che lo hanno preceduto, tenta di destrutturare definitivamente la previdenza attraverso un meccanismo che viene presentato come una novità utile e che, invece, non rappresenta altro che una modalità di uscita dalla produzione che trasferisce i costi sul lavoratore. Si trasforma la tutela sociale della pensione in “prestito ventennale ed interessi” introducendo l’intervento di banche e assicurazioni, il tutto a carico dei lavoratori, ovvero di quei pochi che per uscire dal lavoro due o tre anni prima potranno permettersi il lusso di pagare.
Ma ciò che è più grave è che non viene minimamente modificato l’impianto della Riforma Fornero, con il calcolo contributivo e gli assurdi limiti di età, che questa manovra non tocca neanche di una virgola e che resta tutto a fare i suoi danni alla condizione di lavoro e all’occupazione. Di conseguenza, non viene affrontato il problema dei giovani condannati alla disoccupazione o al precariato a vita e ad una miseria di pensione nella più rosea delle ipotesi.
E’ evidente che la demolizione della previdenza pubblica, che questo Governo sancisce definitivamente introducendo per decreto l’intervento di banche e assicurazioni, è funzionale all’introduzione di forme di previdenza integrativa che rappresenteranno la fase due della riforma e che riteniamo verranno gestite in ruolo consociativo da Cgil, Cisl e Uil, governo, istituti bancari e assicurativi.
Il vero affare è per la finanza e per le tre sigle sindacali, non per i pensionati.
Per il resto, il ritocco alla cosiddetta quattordicesima sarà paragonabile alla mancia dei famosi e fumosi 80 euro e le risorse deriveranno direttamente dai tagli di tutte le altre pensioni. Le ricongiunzioni onerose rimangono tali senza atti legislativi, ma il calcolo della pensione verrà fatto pro-rata con le regole di ciascuna gestione, quindi non si ricongiungono i periodi assicurativi ma si sommano gli assegni pensionistici maturati nelle singole casse. Si tratta di mancette e manovrette volte a raccogliere qualche manciata di voti in occasione del referendum. Il governo e i suoi trucchi ormai lo conosciamo. La cosa che davvero ci indigna è il degrado dei sindacati concertativi che hanno abbandonato la loro già moderatissima piattaforma per fare da stampella a Renzi e alla Fornero.
Anche contro questi provvedimenti, che riteniamo offendano l’intelligenza delle persone, si dispiegherà lo sciopero generale del 21 ottobre indetto da Usb e da tutti i sindacati di base. A queste politiche economiche che ci impoveriscono e ci costringono a elemosinare qualche soldo per tirare avanti, a queste politiche che non garantiscono occupazione e protezione sociale per i giovani, il nostro no dovrà essere forte e chiaro.
Paola Celletti Usb