Consigliere Aldo Fabbrini, come mai questa improvvisa voglia di Democrazia cristiana?
“Partiamo male. Le cose non stanno così”.
Beh, la convention dello scorso fine settimana odorava tantissimo di scudocrociato…
“Direi piuttosto che è stata l’occasione per rimettere in primo piano la cultura del cattolicesimo democratico”.
Con quali risultati?
“Direi eccellenti. Sia per la qualità dei relatori che per la partecipazione, davvero al di là delle più rosee previsioni, come usa dire”.
Quindi, il Centro studi Aldo Moro di cui è presidente, non è un nuovo partito?
“Assolutamente no. Tutti noi che ne facciamo parte, siamo convintamente nel Pd e portiamo avanti le idee, le intuizioni, i valori di grandi cattolici che in passato si sono impegnati in politica. A cominciare dallo statista pugliese”.
E Peppe a tirare le fila…
“L’onorevole Fioroni è certamente un punto di riferimento importante sul piano locale e su quello nazionale per i cattolici democratici”.
Una sorpresa vederlo nel ruolo di intervistatore.
“Considerata la caratura degli ospiti, era necessario e opportuno che fossero sollecitati da chi ne sa più di tutti noi messi insieme”.
Tre sedute di lavoro dedicate a tre temi diversissimi: perché quella scelta?
“Abbiamo pensato di parlare dello sviluppo di Viterbo e del Distretto turistico. Che è un forte stimolo. Fra l’altro non va sottovalutata la partecipazione alla Bit di Londra: una vetrina internazionale di grande prestigio. E ce lo ha annunciato il sottosegretario Dorina Bianchi”.
Poi?
“Abbiamo parlato di riforma costituzionale con il massimo esponente del governo in materia, il ministro Maria Elena Boschi. Si vota tra due mesi: sarà un tema d’attualità o no?”.
Infine la sicurezza.
“Con tre responsabili istituzionali di vertice. Immigrazione, accoglienza, terrorismo internazionale: tutti argomenti sempre all’ordine del giorno. Credo proprio che le tematiche affrontate vadano al di là del contingente”.
Insomma, un esordio positivo per il Centro studi che presiede.
“Sicuramente sì. Siamo nati da poco tempo e siamo un’associazione culturale senza fini di lucro. Non abbiamo altro obiettivo se non quello di stimolare il dibattito politico. Certo dal nostro punto di vista”.
Cioè di democristiani…
“E’ un’etichetta che rifiuto, ormai fuori dal tempo e dalla logica delle cose. Siamo semplicemente cattolici democratici. Come lo furono Aldo Moro e tanti altri”.
D’accordo, l’esordio è andato (e anche bene) e adesso?
“Puntiamo a strutturarci meglio e a programmare, a breve, una serie di incontri di formazione, dedicati agli amministratori attuali e a quelli futuri. Ci stiamo lavorando”.
Problemi col Pd?
“E perché mai? La nostra presenza nel Partito democratico è consolidata e non è assolutamente in discussione”.
Magari un po’ di gelosia…
“Non ne capirei le ragioni, sinceramente. Anzi, credo che tutti dovrebbero contenti se si torna a far politica parlando con la gente di argomenti del genere e, sottolineo, ai livelli più alti. Piuttosto, bisognerebbe invece incrementare questo tipo di appuntamenti”.
Come dire: si sentiva la mancanza di una struttura di questo genere.
“Non lo so… Certo, in Italia, stanno nascendo e sono già operative diverse iniziative di questo genere. Per ora, accomunate solo dal nome, ma magari in futuro si potrebbe pensare ad una sorta di federazione. Ma per ora sono soltanto idee tutte da verificare”.
E sul piano più specificatamente locale?
“La nostra proposta è culturale, prima che politica. E in questa ottica penso, ad esempio, che nella nostra città e nella nostra provincia andrebbero meglio valorizzate e sfruttate le nostre tradizioni e la nostra storia. Cercheremo di impegnarci a fondo in questo settore: le manifestazioni ‘importate’ ci interessano sinceramente poco”.
In bocca al lupo, ma senza seguito perché si tira in ballo la balena. E magari anche bianca…