Si chiude alla fine di settembre la campagna di scavo 2016 dell’insediamento rupestre di Santa Restituta, condotta dall’Università di Roma Sapienza e finanziata dal Comune di Tarquinia. Alle ricerche, iniziate ad agosto, partecipano studenti dell’ateneo romano e gli archeologi della Scuola di Specializzazione in Archeologia della stessa università.
Varie le aree di scavo. Nel saggio 2, all’interno della più antica aula di culto rupestre, andrà avanti la documentazione dei lacerti pavimentali presenti nella porzione Est e Ovest e dei lacerti pittorici presenti sulla parete presbiteriale. Nell’area del saggio 1, proseguirà l’indagine di scavo aperta lo scorso anno all’interno della chiesa romanica così da definirne le fasi di vita e di costruzione dell’edificio di culto. All’esterno, nell’area Nord, continuerà lo scavo indagando la necropoli romanica, le tombe a fossa semplice a fossa rivestita e entro cassa si presentano tutte prive di corredo come in uso nel medioevo. Sempre nell’area Nord, saranno studiati i livelli di crollo rinvenuti nella precedente campagna di scavo così da mettere in luce le strutture murarie sottostanti. Contestualmente alle operazioni di scavo, si procederà con la documentazione delle strutture murarie ancora in elevato.