Due serate di musica alternativa per la sesta edizione di Rockin’Cura, l’appuntamento in programma venerdì e sabato a Cura di Vetralla, organizzato dall’associazione culturale Imaginaction. Una rassegna che si è consolidata nel corso del tempo e che oggi è diventata un punto di riferimento per i giovani della Tuscia e non solo. “Per noi organizzatori – spiega Claudio Pisa – si tratta di un luogo di aggregazione prima che di un evento musicale”. L’obiettivo? “Aggregare, innanzitutto in un momento di condivisione e di partecipazione corale – continua – che si concretizza non solo nei concerti, ma soprattutto nella presenza. Tanto che quando mi chiedono a che ora si comincia, io rispondo sempre alle 19. Perché, è vero che il primo gruppo salirà sul palco intorno alle 21, ma è anche vero che è consigliabile arrivare un po’ prima: intrattenersi nella zona relax, visitare gli stand che sono stati allestiti, approfittare della zona street food all’insegna di prodotti rigorosamente locali”.
“Si tratta di una realtà – aggiunge Marco Trulli di Arci, che collabora all’iniziativa – che riesce ad aggregare tutto il territorio. Rockin’Cura sa riempire un vuoto e crea uno scenario diverso. Diciamoci la verità, il nostro è un territorio che fa fatica a recepire musica di questo genere e ad offrire occasioni per i giovani. Di manifestazioni come questa se ne organizzano tante in tutta Italia e spesso anche noi dell’Arci siamo protagonisti, ma mi piace sottolineare che questo è un evento che sa generare comunità, condivisione e un sentimento di appartenenza che la Fondazione Carivit ha compreso, sostenendo concretamente l’iniziativa. Il mio personale auspicio è che la programmazione musicale di questo genere riesca a coprire un periodo il più ampio possibile, in quanto di fatto si concentra nei mesi estivi e per il resto dell’anno c’è poco o niente”.
Importante la collaborazione con altre kermesse musicali del genere che si svolgono in provincia di Viterbo: l’Ecosound di Caprarola, il Muso Fest di Oriolo Romano e la Festa della birra di Fabrica di Roma. “Un festival capace di generare altre manifestazioni”, sintetizza Claudio Pisa.