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Pensioni, più equità nel sistema sociale

Alessandro Mazzoli (Pd) sull'accordo raggiunto tra governo e parti sociali

Da sinistra, il segretario provinciale Pd Andrea Egidi, l'onorevole Cesare Damiano e il deputato viterbese Alessandro Mazzoli

Da sinistra, il segretario provinciale Pd Andrea Egidi, l’onorevole Cesare Damiano e il deputato viterbese Alessandro Mazzoli

Bene il confronto tra governo e sindacati sulla previdenza: l’accordo raggiunto introduce più giustizia nella previdenza pubblica e più riconoscimento sociale per i pensionati. Argomento di cui nei giorni scorsi avevo discusso a Viterbo con Cesare Damiano, capogruppo Pd alla commissione Lavoro della Camera.

Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Tommaso Nannicini da una parte, Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, Annamaria Furlan (Cisl) e Carmelo Barbagallo (Uil) dall’altra, hanno discusso sul pacchetto di interventi riservato a chi è già in pensione e a chi ci vorrebbe andare, firmando poi un verbale condiviso sugli interventi in materia di previdenza.

L’accordo allarga la platea dei pensionati a cui verrà erogata la quattordicesima e incrementa il  suo importo per chi già la percepiva; parifica la no-tax area tra pensionati e lavoratori dipendenti; introduce la gratuità delle ricongiunzioni; prevede nuove regole per i lavori  usuranti e per i lavoratori precoci; inserisce la possibilità di uscita anticipata dal lavoro di 3 anni e 7 mesi per chi ha 63 anni. Misure per le quali il Governo ha annunciato 6 miliardi in tre anni.mutui pensionati

Il verbale precisa che il confronto con le parti sociali continuerà, con l’obiettivo di riformare il sistema di calcolo contributivo per permettere anche ai giovani con redditi bassi di aver diritto alla pensione, pur mantenendo la sostenibilità finanziaria. In un secondo tempo si introdurranno elementi di equità generazionale nel sistema contributivo, definendo regole più favorevoli per i giovani; un riconoscimento previdenziale dei lavori di cura, soprattutto a carico delle donne; il rapporto tra tipo di lavoro e pensione, perché i lavori non sono tutti uguali. In particolare, la scelta di distinguere il tipo di lavoro e le condizioni  materiali delle persone per l’accesso alla pensione è giusta e doverosa, coerente con l’impegno preso dal governo e favorita da un confronto serio e rigoroso con le organizzazioni sindacali. Una scelta che riporta equità e solidarietà nel sistema previdenziale.

Alessandro Mazzoli

Deputato del Partito democratico

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