Country Closed Web
Il web dovrebbe essere il non luogo di evasione dai limiti del proprio luogo geografico, dallo squallore provinciale o cittadino, dove ampliare le proprie conoscenze, i propri orizzonti così da diventare in qualche modo “universali” e addirittura arrivare a comunicare con un aborigeno australiano (cit.).
E invece no: il burino, essendo tarato, non riesce a concepire di superare il concetto di “piazza” e quindi riporta e ricrea la sua piazza nel virtuale, mantenendone intatte le dinamiche ma amplificandone la carica campanilistica.
Egli potrebbe essere Individuo fra milioni di individui laddove non vi sono distanze ma sceglie di vivere in provincia anche su internet, in un quartiere o sottofrazione immaginaria di un luogo immaginario, dove almeno non c’è il problema del parcheggio.
Ecco così che il provincialismo sbarca sul web e celebra se stesso scalpitando fra altre migliaia di provincialismi, in un grottesco e paradossale spettacolo di comunicazione.
Il cosiddetto CCW., ossia il Country Closed Web.
Ed ecco il fiorire dei vari gruppi e pagine “I Love Rieti”, “Quelli del bar da Mimmo”, “Spotted Montefiascone”. Come dire “agisci globale, pensa locale”.
Questo e molti altri pensieri (tetri e non) di Fulvio Venanzini, si possono trovare sul suo blog “Inquietologia”, piattaforma WordPress