Centinaia e centinaia di migliaia di euro di danni, interi raccolti di mais e foraggio distrutti, dai Calanchi fino al meridione della provincia di Viterbo, e le aziende agricole costrette a ricorrere ai soldi messi da parte durante l’anno per far fronte alle devastazioni nelle loro campagne. Senza contare gli incontri ravvicinati del terzo tipo, ormai sempre più frequenti anche a Viterbo, avvenuti nei roventi mesi estivi, compreso quello sfortunato capitato il 25 luglio a una donna a bordo del suo motorino, che si è vista piombare addosso, letteralmente, l’oggetto della questione, mentre percorreva via Monte Pizzo.
Sì, lo avrete capito: il brutto ceffo protagonista di questa storia è proprio lui, il cinghiale. Pacifico abitante dei boschi, se non disturbato, l’animale negli ultimi tempi è diventato il nemico numero uno degli agricoltori della provincia, a causa delle sempre più frequenti scorribande nei campi coltivati alla ricerca di cibo che adesso, con la fine dell’estate, mettono a repentaglio i vigneti e i noccioleti, autentiche ricchezze della zona. Senza contare che l’animale è onnivoro, quindi “potenzialmente” pericoloso per l’uomo stesso.
Una situazione preoccupante, ma che fino a febbraio era tenuta sotto controllo dal Piano di gestione della fauna della Provincia, tramite l’abbattimento selettivo degli esemplari per il contenimento della proliferazione. Ora, il problema è nato da quando con il passaggio di competenze dalla Provincia alla Regione per mano della riforma del ministro Del Rio, si è creato un buco normativo: nessuno sapeva a chi spettasse il compito della gestione della fauna all’interno del territorio provinciale. Ancora adesso, a settembre, non è stata ancora firmata la convenzione che dovrebbe riassegnare il compito, come era fino a febbraio, di coordinamento della gestione della fauna alla Polizia provinciale per procedere con gli abbattimenti selettivi, mettendo in apprensione il mondo degli agricoltori.
“Ogni giorno – commenta il direttore della Coldiretti di Viterbo Alberto Frau – riceviamo telefonate e richieste di aiuto di soci che hanno perso il raccolto, vanificando il lavoro di una intera stagione”. “Mi auguro – aggiunge Mauro Pacifici, presidente della Coldiretti provinciale – che Regione e Provincia vogliano trovare subito un’intesa per la firma della convenzione. In altre province, come Frosinone, i cacciatori autorizzati hanno già ripreso le attività di abbattimento dei cinghiali in eccesso. Mi auguro che entro pochi giorni possa accadere anche qui. Diversamente – conclude – l’emergenza diventerà ingestibile”.