Nella mia città, Viterbo, c’è uno strano modo di dire, tutto nostro, per rinviare le cose da fare. Si dice “dopo Santa Rosa” per intendere che le decisioni da prendere possono aspettare e che se ne potrà riparlare dopo il 4 settembre. La data fatidica è ormai archiviata. Al netto dei proclami degli amministratori locali le cose da fare per migliorare la promozione turistica di Viterbo e della sua provincia sono tantissime.
Iniziamo dal trasporto della Macchina di S. Rosa, una tradizione plurisecolare che si ripete ogni anno a Viterbo il 3 settembre dopo le 21. Per le vie buie della città una mole artistica illuminata di 5 tonnellate viene portata a spalla da circa 100 uomini, i Facchini di S. Rosa, attraverso un percorso che supera il chilometro. Orio Vergani, inviato del Corriere della Sera, rimase così colpito da questo spettacolo che da grande giornalista quale era coniò l’espressione “il campanile che cammina”. Nel dicembre 2013 il trasporto della macchina di S. Rosa, insieme ad altre 3 macchine portate a spalla (Nola, Sassari, Palmi), è entrato a far parte del patrimonio orale e immateriale dell’umanità a cura dell’Unesco. Da tempi lontani sono convinto che il trasporto della macchina di S. Rosa si meriti la diretta della prima serata televisiva di una tv generalista nazionale. Non ci si può accontentare delle tv locali e di altre emittenti, anche se nazionali, di carattere religioso; né possono bastare i risultati positivi del web di quelli che hanno seguito la diretta streaming di alcune pagine facebook. Un amico giornalista televisivo mi ricordava che probabilmente una diretta di questo tipo potrebbe implicare un investimento economico da fare. Credo che sarebbero soldi spesi bene. Va migliorata notevolmente anche la sensibilizzazione dei media non strettamente locali. Non dovrebbe accadere che il 3 settembre l’Ansa Lazio non riporti in prima pagina la notizia di questo evento.
Oltre alla macchina di S. Rosa, ovviamente, il discorso più in generale riguarda la comunicazione territoriale di Viterbo e provincia, identificata con la Tuscia. Viterbo, questa volta insieme a Chiusi e ad Orvieto, tenta la chance del bando della capitale italiana della Cultura per l’anno 2018, i cui risultati si conosceranno alla fine di gennaio 2017. Un’altra realtà nata negli ultimi mesi è il distretto turistico dell’ Etruria Meridionale, che comprende alcuni paesi di 3 regioni, Lazio, Umbria, Toscana; la provincia di Viterbo è presente con 60 comuni. Le iniziative messe in campo quindi sono molteplici. Ma gli annunci non bastano se si vuole mettere la provincia viterbese sulla strada della crescita. Non si può più aspettare il “dopo Santa Rosa” perché è già arrivato. Adesso l’augurio per gli amministratori è “buon lavoro”.
Giovanni Fonghini