È in occasioni come queste che si può pesare una provincia. È in occasioni come queste che la provincia di Viterbo si conferma per ciò che è: semplicemente ineducata. Non abituata. Incapace di percepire l’offerta. E non c’è nulla di male nell’ammetterlo, sia chiaro.
Se ne potrebbe fare una questione di carattere culturale, volendo. Col rischio però di dar ragione a quelli che propongono spettacoli per “veri intenditori” e poi si lamentano quando staccano in tutto sette biglietti. Scendete dal trono, please, voi detentori del sapere. E basta di chiedere finanziamenti alle istituzioni per allungare l’agonia. Se un’azienda offre un ottimo prodotto, ma in quel dato posto non tira, è bene che chiuda o che si sposti altrove. Grazie.
Come altro pensarla, allora? Tuscia ostica? Pubblico esigente? Può darsi. In fin dei conti Roma è dietro l’angolo e per vedere una cosa, qualsiasi cosa si voglia vedere, basta farsi un’ora di macchina. La Capitale offre di tutto & per tutte le tasche. Concorrenza sleale.
C’è però un altro dato, che si conferma nel tempo, negli anni e nei cartelloni delle varie manifestazioni: non siamo capaci di scegliere. Come si diceva in apertura, se in mano ci troviamo una cartolina da tabaccheria e un Modigliani, è probabile se non certo che attaccheremo in salotto, sopra il divano, la prima. Non solo, ci consiglieranno di andare in quella direzione pure gli amici, e soprattutto il venditore (che qui mai, mai, fa rima con educatore, manco quando è finanziato e quindi dovrebbe provarci da statuto). Il marasma caotico insomma è trasversale, esteso ad ogni vertice della catena.
Un esempio pratico? Eccolo, fresco fresco di presentazione. Sabato prossimo a Ronciglione suonano i Gipsy Kings e la Bandabardò. Due monumenti dei rispettivi comparti musicali. Che piacciano o meno poco importa, è una questione di gusti (a chi fragola, a chi cioccolato). Il punto invece è che pare che della cosa nessuno se ne sia accorto. E la conferma ce la dà il secondo comunicato mandato dall’organizzazione in redazione, sul quale si legge “Gipsy Kings (quelli veri)”. Come a dire: “Oh, sveglia gente. Per Viterbo questi passeranno una volta in tutta la carriera. Sono loro, gli originali…”.
Li abbiamo visti per anni e anni in tivù, i Gipsy. Con quelle chitarre roventi e quell’abbigliamento rom d’altri tempi. Abbiamo cantato trecento dei loro brani, ma non ci siamo resi conti che dietro un fenomeno da tubo catodico c’era anche dell’altro. Ossia, una band che macina successi dal lontano 1978. Una realtà che ha spopolato ovunque, nel mondo. E che (ritorna l’inutile discorso me gusta, non me gusta) in quel settore specifico non è seconda a nessuno. Le famiglie Reyes e Baliardo sono incredibilmente virtuose, uniche, non clonabili.
E ancora: di fianco ai Gipsy, anzi, sul palco insieme, ci sarà pure la Bandabardò. Quel caotico gruppetto di fricchettoni fiorentini che negli ultimi 20 anni scarsi ha incartato tonnellate di pubblico ovunque sia andato. I precursori di un genere che, in Italia, prima non si sapeva manco cosa fosse. Prendete nota.
Il doppio concerto costa solo 20 euro. Come 4 pacchi di Marlboro. La cornice è quella del relais Villa Lina. E l’evento è patrocinato dal comune di Ronciglione, del Tuscia in jazz, dall’istituzione Teatro Ronciglione, dal Cubo festival, e da Niski Backline.
Il consiglio, infine, è uno solo e bello schietto: andateci. Punto.