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Corto circuito a sali e tabacchi

Cronache settimanali dal mondo esterno rilette dentro una bottega di Lubriano

#8

Giuliano Ferrara riflette su La dieta

Giuliano Ferrara riflette su La dieta

Aleppo. I soccorritori non riescono più a recuperare tutti i corpi. Bombe a grappolo, barrel bomb, fosforo bianco. Non esiste un fronte. Solo cadaveri e macerie. Si spara su tutto, anche sui convogli di aiuti umanitari. Non esistono più i crimini di guerra.
Novità in edicola. Qualcosa di mai visto in Italia e a cui i lettori non sono pronti: La verità. Quotidiano guidato dall’illustre Belpietro. Aspettiamoci, a breve: La dieta, di Giuliano Ferrara.
La Lorenzin persevera con nuovi spot sulla campagna Fertily day. La ministra è in lizza per il premio Goebbels 2016.
162 annegati davanti alle coste egiziane. Centinaia i dispersi in mare. Tranquilli, non arriveranno in Sicilia. Anche perché il Sud non ha le strutture adatte. Poi, la Puglia è brutta. Su questi temi è stato chiaro Briatore. Servono porti per Yacht di stralusso e alberghi a cinque stelle. Più Billionaire, meno Barocco. Il manager milionario e le sue lezioni di bellezza.
Questa è una bella storia e viene proprio dal Sud. Un imprenditore dona un’altalena speciale a Federica, bimba disabile di otto anni. “Ha sorriso felice – racconta la madre – poi ci ha chiesto di non montarla vicino casa ma nel parco del paese per poterla condividere con gli altri bimbi che come lei hanno bisogno di un dondolo speciale”.
Emergenza immigrazione. Qualcuno si chiede dove sia l’Europa. Il presidente del parlamento Shultz, socialdemocratico, grande sbandieratore di diritti umani, preferisce delegare direttamente a Erdogan in Turchia e al-Sisi in Egitto. Almeno sono cattivi dichiarati. Gente pratica più che di principi. Anche perché, i diritti sono belli solo in campagna elettorale.
Se l’Europa non si muove, l’Italia aprirà, per proprio conto, nuovi rapporti diplomatici. Con chi? In Libia l’Occidente riconosce il debole governo di unità nazionale di Tripoli. Dall’altra parte il governo eletto di Tobruk. In mezzo i terroristi.
Rapimento di due italiani nel Sud del paese. Il generale Haftar, uomo forte di Tobruk, dichiara di avere le conoscenze giuste e la soluzione per la liberazione. “I poveri italiani non sono in mano a jihadisti, o forse sì. Chissà?” E chissà da cosa dipende.
“Un terrorista al posto giusto vale un capitale”, cit. Zen Circus.

Toburk, la battaglia, e non Tubruk, il battagliero

Toburk, la battaglia, e non Tobruk, il battagliero

Immigrati, rapimenti, armi, diritti umani o meno… alla fine, come sempre, la spunterà chi avrà il controllo dei terminal petroliferi e Tobruk sembra sulla strada giusta visto che si è appena appropriato di 4 stabilimenti.
Ricapitolando. La Siria è pronta alla battaglia finale. Assad vincerà e sarà l’unico siriano rimasto in vita. In Turchia Erdogan può uccidere tranquillamente anche il barista che sbaglia il dosaggio del caffè. Nei paesi del Nord Africa regna il caos e questo rende incontrollabile anche il passaggio dei rifugiati.
Tutti temi trattati all’assemblea Onu di New York. Talmente incisiva che, alla fine, in molti si sono chiesti quale sia il compito dell’Onu.

Carlo Quodam, oltre che giocare con Viterbopost, scrive anche (seriamente) sul suo blog “Tql”, piattaforma WordPress

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