E variante sia. Che non è la mitica correzione apportata (per non turbare più di tanto gli ambientalisti) alla pista del circuito di Monza e denominata Ascari per ricordare il grandissimo Alberto, pilota di Formula Uno. No, è la correzione al piano regolatore del comune di Viterbo per permettere l’ampliamento del cimitero di Grotte Santo Stefano. Passa all’unanimità: ai voti della maggioranza si aggiungono quelli dei consiglieri del gruppo misto (Micci e Galati) e del Gal (Insogna), mentre i forzitalioti Marini e Ubertini e i fratelli italiani Buzzi e Grancini si astengono. Spesa prevista circa 370mila euro (già operativo il mutuo) per costruire 201 loculi.
E qui scatta la prima, e forse unica polemica in Sala d’Ercole. La innesca il grottano Elpidio Micci segnalando che già da tempo sono oltre 300 le richieste di loculi e quindi quelli che si andranno a realizzare non basteranno neppure a soddisfare esigenze già manifestate. L’assessore Alvaro Ricci non si sottrae, ma fa notare che attraverso la vendita dei loculi il Comune potrà incassare quattrini che potranno essere investiti per la costruzione di altre sepolture. Un altro piccolo diverbio riguarda il fatto che l’ampliamento sottrarrà posti al parcheggio, ma nulla di particolarmente grave, Insomma, se potete, rinviate la morte perché adesso i loculi non ci sono, ma ci saranno: statene certi.
In verità, l’ampliamento del cimitero di Grotte Santo Stefano era un punto portato avanti anche dall’amministrazione guidata da Giulio Marini. All’epoca, vista la cronica carenza di soldi nelle casse comunali si scelse la strada del project financing, forse un po’ troppo spericolato: a fronte, infatti, della realizzazione dell’ampliamento da parte di un’azienda privata, il Comune concedeva la gestione di tutti i cimiteri viterbesi per ben 25 anni. In soldoni, Palazzo dei Priori otteneva circa 600 loculi (valore 860 mila euro), ma la ditta che si aggiudicava la gara avrebbe incassato molto di più: in 25 anni, 25 milioni di euro. La faccenda venne denunciata anche attraverso una lettera pervenuta negli uffici comunali, in cui si segnalava anche che non aveva alcun senso fare un gara che avrebbe avuto valenza solo dal 2017 (quando scadrà l’attuale concessione dei cimiteri viterbesi). Non appena si insediò la Giunta Michelini, si decise di cancellare quell’impegno (c’era anche una penale di 30mila euro, ma non si sa se è stata effettivamente pagata) e si scelse la strada dei lavori in house. Un procedimento che ha comportato un deciso allungamento dei tempi e che ora è giunto al capolinea.
“Il bando di gara – assicura l’assessore Ricci – sarà pubblicato entro la fine dell’anno, compatibilmente con tempi che non dipendono più da noi, ma dalla Regione (che deve occuparsi delle questioni idrogeologiche) e dalla Provincia che ha adesso 45 giorni di tempo esprimere il proprio parere. Stiamo sollecitando gli uffici romani e contiamo che da palazzo Gentili l’approvazione avvenga ugualmente in tempi solleciti”.
Non si discute invece del polo termale, sebbene il punto sia inserito all’ordine del giorno. I rappresentanti del Comitato Strada Valle Legaccia Cassia, che contestano una delibera della Regione sui vincoli di salvaguardia al pozzo Laezza, vengono ricevuti dal sindaco: ottengono l’impegno che della questione si parlerà in commissione, dove avranno la possibilità di esporre le loro ragioni.