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Banca Etruria, da Viterbo parte la class action

Lo studio legale Jezzi lavorerà gratis a favore dei risparmiatori truffati

Le proteste dei risparmiatori

Le proteste dei risparmiatori

“Noi truffati, derubati e incazzati”. È lo slogan dei risparmiatori di Banca Etruria che dal 22 novembre scorso si sono visti azzerare azioni e obbligazioni a causa del decreto salva-banche. Le loro proteste, che continuano senza interruzioni da quasi un anno ormai, non sono rimaste inascoltate. A raccogliere i loro disperati appelli alla giustizia e contro il governo Renzi arriva finalmente uno studio legale dalla Tuscia: lo studio legale Antonio Jezzi di Viterbo.

Oltre 300 risparmiatori, provenienti da tutta Italia, hanno sfilato domenica scorsa al grido di ”Rivogliamo i nostri soldi” per le strade di Laterina. La cittadina del Valdarno aretino, luogo di residenza del ministro Maria Elena Boschi e famiglia, è diventata il simbolo del fallimento della Banca Etruria. Le vittime del caso hanno portato il corteo, controllato a vista dalle forze dell’ordine, fino alla chiesa del paese toscano dove persino il parroco si è rifiutato di benedire i partecipanti scappando di corsa nella sacrestia.

In loro soccorso però arriva lo studio legale viterbese di Antonio Jezzi che ha deciso di muovere un’azione giudiziaria civile contro i responsabili del caso Etruria. Non si guarda in faccia a nessuno e tutti saranno coinvolti (amministratori, funzionari e anche ministri) in quella che può essere definita come una class action in stile tutto americano.

C’è di più, lo studio legale Jezzi si è proposto di aiutare i risparmiatori gratuitamente: “Per una ragione di giustizia – spiegano i legali sulle pagine de Il Giornale – faremo pagare solo le spese vive (che significa un semplice rimborso spese, gratuito sarà il lavoro degli avvocati ndr), e qualora la causa andasse a buon fine il 20% del risarcimento verrà devoluto allo studio. Chiederemo una somma molto alta. Nell’ipotesi di perdita si ripartiscono le spese giudiziarie fra tutti”.banca-etruria-2

Questa settimana è previsto l’incontro dello studio legale viterbese con l’associazione Vittime del Salva-Banche e il Comitato No al Salva-Banche, dopo del quale si formalizzerà il mandato. “I presupposti per il danno ci sono eccome – sottolineano l’avvocato Jezzi e l’avvocato Valentina Napoleoni – c’è un nesso indiscutibile di causa effetto ed evidenti profili di responsabilità nei confronti degli intermediari, ovvero coloro che hanno dato informazioni sbagliate, omesse o errate ai risparmiatori”. I legali di Viterbo inoltre sostengono che si potrebbe perfino sollevare un caso di illegittimità costituzionale: “Potremo portare il caso davanti alla Corte costituzionale – aggiungono – e se occorre davanti alla Corte di giustizia europea”.

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