Che cosa resta della due giorni organizzata dal Centro Studi Aldo Moro, emanazione diretta di Peppe Fioroni? innanzitutto va detto che il deputato da Pianoscarano suscita sentimenti fortemente contrastanti: c’è chi lo ama alla follia, altri lo detestano profondamente. Opinioni, tutte rispettabili naturalmente. Non è questa la sede per esprimere giudizi nel merito, ma vale la pena dire subito che il livello della kermesse è stato elevato. Nei tre appuntamenti sono stati affrontati, al massimo livello, temi di grande attualità e di interesse comune: apertura con il Distretto turistico e culturale dell’Etruria meridionale (progetto al quale il parlamentare tiene moltissimo e che, nelle previsioni e nelle speranze, dovrebbe essere un volano consistente per il rilancio economico della Tuscia); poi la questione delle riforme costituzionali (nel giro di qualche mese si andrà a votare per il referendum e quello sarà uno snodo fondamentale per l’intera legislatura) e infine il rapporto tra politiche di accoglienza e sicurezza (altro tema che sollecita la pancia dei cittadini) con un occhio particolare al terrorismo internazionale di matrice islamica.
Ricco e qualificato il parterre degli ospiti: dai responsabili nazionali della sicurezza (il capo della polizia Gabrielli, il procuratore antimafia e antiterrorismo Roberti, il sottosegretario con delega ai servizi segreti Minniti) al ministro Maria Elena Boschi, che è sempre un piacere sentire e, soprattutto, vedere, al sottosegretario ai beni culturali Dorina Bianchi. Contributi di ampio respiro e platea sempre affollatissima. La scuola democristiana si fa sempre valere per quanto riguarda l’organizzazione e la chiamata a raccolta di simpatizzanti e adepti di vario genere.
Una ripresa dell’attività politica cittadina in grande stile a timbrare un “doppo santa Rosa” che aveva bisogno di un colpo d’ala significativo. Don Peppino si riscopre anche intervistatore, oltre che anfitrione, sollecitando i relatori con domande pertinenti e sfoggiando un’inaspettata capacità di coinvolgimento. Una sorpresa autentica la notizia di un’iniziativa con il Marocco sulla formazione degli imam: che l’amato scudocrociato sia finito nel dimenticatoio? Nemmeno per idea perché basta guardare il video approntato per l’occasione per vedere apparire davanti agli occhi tutti i padri nobili della Dc: da La Pira a Dossetti, da De Gasperi a Moro e Adenauer. Con un fil rouge conduttore: la verità. Prendendo spunto da una frase proprio dello statista pugliese in cui sollecitava a non nascondere mai la verità. Perché è vero che certe volte fa male, ma di certo aiuta a fare chiarezza e a crescere. Se ne ricordi la sindaca Virginia Raggi che, in settimana, ha pronunciato il definitivo no alla candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024.
Magari avrebbe dovuto per bon ton istituzionale e soprattutto per educazione, avere il coraggio di dirlo in faccia al presidente Malagò, invece di starsene a bighellonare a pranzo in un ristorante romano mentre il capo del Coni aspettava in Campidoglio. Se questo è il nuovo corso dei pentastellati che si candidano a governare l’Italia, è proprio il caso di dire “aridatece baffone”. E magari pure lo scudocrociato.
Buona domenica.