Nei giorni del dolore e della solidarietà, degli aiuti e dei soccorsi, fa ancor più male dover leggere commenti (puntualmente condivisi e rilanciati in rete da gente che evidentemente non ha molto da fare nella vita) al limite della follia. Facebook è diventato una straordinaria palestra di stupidità: tutti si sentono in dovere di intervenire, di dare per certo e scontato ciò che non ha alcun fondamento di verità. E insieme a questi sapientoni del piffero, sono ancor più stupidi e incapaci coloro che – pur di dare contro al potente di turno – aggiungono il classico “mi piace” invitando la sempre nutrita schiera dei dementi (la cui mamma, come si sa, è purtroppo perennemente incinta) a fare altrettanto e a divulgare il verbo.
Quante se ne son viste e lette in queste ore… Un insieme di banalità e di sciocchezze che andrebbero censurate, se ci fosse un’autorità in grado di cancellare seduta stante le stupidaggini. Scegliendo le perle più “rilucenti”, quella che subito balza agli occhi e che puntualmente riciccia ogniqualvolta si verifica una catastrofe del genere in Italia è che i terremoti si possono prevedere. Falso, falsissimo: non c’è alcuna evidenza scientifica che supporti una tesi del genere. Allo stato attuale, non ci sono mezzi o strumenti che possano far presagire un movimento qualunque di quel complicatissimo puzzle di cui compone la crosta terrestre. Certo, ci sono zone in Italia e nel mondo dove certi eventi sono decisamente più probabili, ma questo non implica che un catastrofico sisma debba necessariamente accadere in un determinato momento. Altrimenti bisognerebbe sgomberare l’intera zona degli Appennini, ad esempio. E’ semplicemente immaginabile un siffatto provvedimento? Evidentemente, no. Ciò che si può (e si deve) fare invece è costruire con tecniche antisismiche. Come avviene in Giappone.
I corollari conseguenti sono tutti da ridere: i terremoti si verificano quando fa caldo, di notte e nei mesi che cominciano per “A”. Tutto falso, tutto profondamente falso. Eppure lo si fa passare per vero e verificato. Ad esser teneri e senza scendere troppo nella volgarità, una grande presa per i fondelli. Ma la fandonia più colossale è stata quella relativa ai risarcimenti che, secondo gli “scienziati” di casa nostra, non sarebbe dovuti perché la magnitudo non ha raggiunto quota 6,2. Con tanto di accuse agli organi preposti di aver “barato” comunicando il dato 6.0 proprio per consentire allo Stato di non risarcire chi ha subito danni, mentre organismi avevano certificato il fatidico 6.2. Dimenticando che gli strumenti di misura dei vari laboratori sono diversi e tarati in maniera differente con la conseguenza che possono dare risultanze diversa. Comunque, è falso: i risarcimenti sono dovuti in base all’intensità del terremoto (che si misura con la scala Mercalli) e non in base alla magnitudo (che si misura con la scala Richter) e derivano dai danni provocati. Un sisma di magnitudo 9 nel deserto del Sahara provocherebbe zero danni e quindi non ci sarebbero risarcimenti, ma non è il caso di questi giorni. La gente di Amatrice e dintorni, così duramente provata, stia tranquilla: pianga i morti e lentamente torni alla vita. I risarcimenti ci saranno e la ricostruzione, come si conviene a persone serie, sarà sicura e senza ruberie.
Buona domenica (si fa per dire…).