Quanto accaduto nei giorni scorsi alle persone coinvolte del disastroso terremoto dell’Italia centrale, ha scosso la sensibilità di tutti per quelle drammatiche scene di morte, devastazione e dolore vissuti con angoscia attraverso i mezzi di comunicazione che trasmettono in tempo reale una situazione veramente incredibile.
L’emotività degli italiani è stata fortemente sollecitata dallo scenario apocalittico che ha praticamente distrutto e azzerato interi paesi, conosciuti e apprezzati come Amatrice e Accumoli, seminando morte e sofferenza anche tra numerosi bambini, vittime predilette di questa catastrofe che nessuno potrà mai dimenticare.
In questa tragedia si è intravista la parte migliore del Paese, la parte più nobile e più pregiata di una società troppe volte messa in discussione per atteggiamenti a dir poco avari di sentimento e di valori; questa volta uomini, donne, medici, infermieri, vigili del fuoco, volontari, operatori delle forze dell’ordine e tanti altri, hanno superato se stessi nell’affrontare un’emergenza straordinaria, scavando a mani nude, incessantemente e coraggiosamente per salvare centinaia di persone strappate alle macerie, a quella devastazione che, purtroppo, ha spento la vita ad altrettanti sfortunati, tra i quali intere famiglie e tanti bambini.
FondAzione per la Tuscia esprime riconoscenza e un grande ringraziamento a questo piccolo esercito di gente che si è mobilitato per soccorrere i nostri conterranei, colpiti dall’impetuoso terremoto del 24 agosto, e tra questi valorosi operatori ci sono anche molti viterbesi, come il personale sanitario che si è recato sul posto per prestare le prime cure o come i tantissimi che hanno risposto all’appello umanitario per donare il sangue in questo momento di grande bisogno.
Ma in tutta questa encomiabile solidarietà, c’è un particolare che stona vistosamente sulle concretezze realizzate per alleviare la sofferenza della gente terremotata e, per ragioni di onestà e di verità, dobbiamo giudicare con una certa incredulità la notizia con la quale si dice che “la Asl di Viterbo, a Belcolle, ha anche messo a disposizione posti letto per gli eventuali feriti che saranno trasportati da Rieti al capoluogo della Tuscia”; a tal proposito, avanziamo giustificate riserve sul contributo che può offrire il nostro ospedale visto che, quasi tutti i giorni, proprio per la cronica mancanza di posti letto, i ricoverati stazionano giorni e giorni sulle barelle del pronto soccorso o nei corridoi delle degenze di reparto. Risulta del tutto doverosa questa sottolineatura, al fine di non ingenerare errate valutazioni sulle risorse presenti nella Sanità viterbese che, purtroppo, resta ancora nell’attesa di vedersi dotata di tutte quelle condizioni a suo tempo tagliate selvaggiamente per rispondere al “piano di rientro regionale”.
Roberto Talotta
Dipartimento Sanità di FondAzione per la Tuscia