L’accendiamo o non la accendiamo? Anzi, forse prima è importante farsi un altro tipo di domanda: la legalizziamo o non la legalizziamo? È entrato lo scorso 25 luglio all’esame della Camera dei Deputati ed è subito uscito, rinviato a settembre come uno scolaretto poco diligente sotto i ceffoni di migliaia di emendamenti, il tanto discusso ddl cannabis.
Il provvedimento, preparato da l’intergruppo per la legalizzazione della cannabis guidato dal sottosegretario agli esteri Benedetto Della Vedova, è stato firmato da 222 deputati e 71 senatori appartenenti a vari gruppi parlamentari.
Cosa dice la tanto discussa proposta di legge? In sintesi: a tutti i maggiorenni sarà consentito il possesso, per un massimo di 15 grammi nel proprio domicilio e 5 fuori casa, senza l’obbligo di darne comunicazione a nessuno. Per la coltivazione per uso personale saranno invece consentite al massimo 5 piante e il possesso dovrà essere comunicato obbligatoriamente all’ufficio dei Monopoli.
Si potrà coltivare in modo associato, sul modello dei cannabis social club spagnoli, fino ad un massimo di 50 soci per club. La commercializzazione della sostanza avverrà sotto regime di monopolio, come accade con i tabacchi. Continuerà la punizione dello spaccio mentre verrà depenalizzata la cessione gratuita.
E mentre alla Camera si prospetta una guerra, con le destre a fare muro e il Pd e i 5stelle costretti ad un’alleanza per raggiungere i voti necessari, cosa ne pensano della legalizzazione delle ‘’Maria’’ i politici di casa nostra?
Da Palazzo dei Priori, ecco alcuni dei pensieri e commenti sul discusso provvedimento.
Gianluca Grancini (Fratelli d’Italia): “Stiamo ancora aspettando la linea ufficiale del partito, personalmente non ho ancora letto la proposta di legge. Penso però che la cannabis non abbia dei begli effetti sui giovani e credo che ci siano cose più importanti di cui i nostri parlamentari dovrebbero occuparsi”.
Gianluca De Dominicis (Movimento 5 Stelle): “Ben venga finalmente una norma che legalizzi, depenalizzi e regoli un mercato che fino ad oggi è stato in mano alla criminalità. Come Movimento 5 stelle abbiamo sempre auspicato che si arrivasse finalmente a portare il tema della cannabis in Parlamento”.
Daniela Bizzarri (Partito Democratico): “Non sono assolutamente favorevole perché ho avuto sempre la repulsione per tutte le droghe. Fin dai tempi che la mia ultima figlia era piccola, e ora ha più di trenta anni, ho sempre detto ‘Meglio che torna a casa incinta che drogata’. Poi lo vediamo dai telegiornali cosa succede nel mondo di oggi, secondo voi quei giovani dell’Isis sono normali? Non assumono delle sostanze forse?”.
Lallo Ubertini (Forza Italia): “A me questa storia del togliere il mercato alla criminalità mi sembra tanto una scusa. Sono assolutamente contrario, non ci sono effetti positivi dalla legalizzazione della droga. Tra l’altro abbiamo ben altri problemi in questo Paese a cui pensare”.
Melissa Mongiardo (Partito Democratico): “Sono assolutamente d’accordo. Io sono una antiproibizionista e una democratica e ritengo che sia solo un bene che si parli di dare una regolamentazione e un quadro normativo a un mercato che è sempre in stato in mano alla criminalità. In questo Paese purtroppo arriviamo sempre in ritardo sui grandi temi, dai tempi del divorzio e dell’aborto. Solo quest’anno abbiamo ottenuto una legge per le unioni civili e ancora manca quella per il reato di tortura e per il fine vita. Se la legge verrà approvata sarà un aiuto soprattutto per i giovani”.
Tre a due, come Italia- Brasile al mundial ’82 e vittoria per il “No” alla legalizzazione, così almeno si sono espressi i consiglieri comunali viterbesi. Che il risultato del piccolo microcosmo politico viterbese sia un piccolo, minuscolo, segnale d’allarme, da rapportare a livello nazionale? Chi può dirlo. Lo sapremo a settembre, dopo le vacanze. O come si dice qui, dopo Santa Rosa.