17112024Headline:

“Metodo diffuso”, l’integrazione è di casa

L'ex sindaco di Corchiano Bengasi Battisti apre un'utile riflessione sociale

Bengasi Battisti, ex sindaco di Corchiano

Bengasi Battisti, ex sindaco di Corchiano

Proviamo a fermarci un attimo e a riflettere. Riflettere sull’importanza dell’integrazione, ma non per esaltarne, in chiave ipocrita e melissa, i suoi importanti risvolti culturali, “che conoscere il diverso, arricchisce…”, “che il mondo è bello perché vario…”, “che diverso è uguale”.
No, proviamo a riflettere su come sia possibile trasformare l’integrazione in un’esperienza positiva, utile e non fine a se stessa. Solo un’utopia? Per una volta, no. Rendere l’emergenza migranti, una risorsa per la comunità è realmente possibile. E come? Chiediamolo a chi queste considerazioni le ha fatte da tempo e una soluzione l’ha già trovata.
E’ l’esperienza che arriva direttamente dal bresciano, nella Val Camonica, dove 41 comuni si sono impegnati ad accogliere oltre 350 rifugiati con “metodo diffuso”. Che tradotto significa che i ragazzi, provenienti per la maggior parte dal nord Africa, vengono ospitati in piccoli appartamenti grazie al sostegno del privato sociale che attinge ai fondi della Comunità europea e del Governo italiano (gli stessi che le regioni non usano…).
Stop agli alberghi sovraffollati, in cui stipare più persone possibili. Stop ai malumori generati dal totale disinteresse nei confronti dell’esistenza dei migranti.
Lasciamo spazio e autonomia alle comunità locali, che, in questo modo, divengono protagoniste indiscusse di un’integrazione reale e tangibile che affonda le proprie radici nella valorizzazione sociale ed economica delle persone. Accogliere con “metodo diffuso” significa evitare speculazioni, emarginazioni e degrado, in favore di impegni nel volontariato, stage di lavoro, attività di agricoltura e tirocini nel verde pubblico in cui impegnare tutti i rifugiati.

Una veduta della Val Camonica

Una veduta della Val Camonica

“Un metodo veramente efficace , frutto di un protocollo d’intesa condiviso e sottoscritto dai 41 sindaci e dal prefetto, che ha trasformato i comuni della valle in luoghi di vera integrazione e accoglienza – ha sottolineato il presidente dei comuni virtuosi, ex sindaco di Corchiano, Bengasi Battisti – È un modello che ha dimostrato di funzionare e l’esempio viene citato come eccellente anche dallo Spar, sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati”.
Ecco perché ci si augura che quest’esperienza possa espandersi su tutto lo stivale. Anche a Corchiano, il ridente e avanguardista comune della Tuscia, di cui Battisti è stato a lungo primo cittadino. Conclusa l’esperienza politica, per lui, non si esaurisce però la battaglia sociale. Sempre proiettato al futuro e con uno sguardo fisso alla solidarietà, il presidente dei comuni virtuosi italiani è pronto a tutto pur di veder realizzato il suo sogno.
“E’ un’azione semplice e utile per aiutarci a risolvere problemi che a volte appaiono insormontabili”, ha concluso.

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