Volere volare, ci risiamo. Il mondo cambia, la politica si adegua. E così è notizia fresca fresca che Ryanair ha appena deciso di tornare ad investire in Italia (l’ultimo che lo ha fatto, c’erano le lire). Già, il colosso con le ali proprio ieri l’ha spuntata di nuovo. Il lungo braccio di ferro tra il signor O’Leary (capostipite della compagnia) e il duo Renzi-Del Rio (non servono presentazioni) ha sancito che la compagnia low-cost inserirà nuove rotte (44, come i gatti) per e dallo Stivale. Nuove rotte e nuovi aerei. Un programma di sviluppo, Made in Irlanda, che non è solo un piano d’azione futura, ma anche un modo per “ringraziare” il Governo. Che ha disinnescato la mina del rincaro delle tasse aeroportuali.
L’argomento è tanto delicato quanto impossibile da percepire appieno. Molti i pro, parecchi i contro. E viene in mente quella famosa volta in cui a Viterbo ci ritrovammo, in zona Santa Rosa, una masnada di politici in Comune. La Santa sulla Macchina a sfilare. Le cravatte pesanti a Palazzo dei priori, a banchettare e a decidere se era il caso o meno di puntare sul capoluogo della Tuscia.
Tutto si concluse con il più classico dei buchi nell’acqua. Quella calda e rigenerante del Bullicame. Niente piste in città. Zero discorso di fare da satellite romano. Possibilità di far crescere l’occupazione uccisa sul nascere.
Un bene? Un male? Nessuno può dirlo. Anzi, uno sì: Leone. Leone da Viterbo. Protettore della città e quindi giudice insindacabile di come sarebbero potute andare le cose. Si è così pensato di disturbarlo. Lo abbiamo scomodato per due chiacchiere.
Salve, Leone.
“Roooooar. Deocaro”.
Ha seguito la vicenda Ryanair?
“Certo che si, mica dormo io”.
E cosa ne pensa?
“Sono un felino, non un’analista”.
Certo, però un’idea se la sarà anche fatta.
“Leggo molto i giornali, mi sono comperato il tablet”.
Perciò?
“Perciò la faccenda è folle”.
Finalmente si sbilancia.
“Queste compagnie hanno rivoluzionato il mondo”.
E su tale dato non ci piove.
“Ora però lo hanno in pugno e fanno come gli pare”.
Scendiamo a fondo.
“A vederla bene non mi sembra che diano poi così tanto lavoro”.
In effetti no.
“Poco personale, non sempre del luogo, e parecchi disagi”.
Tipo?
“Mio cugino di Ciampino è disperato”.
Come mai?
“Gli aerei lì sfrecciano a 160 metri dal paese”.
Ma ci si abitua.
“Anche alla guerra, se è per questo. L’ambiente ne risente, la popolazione ne risente…”.
In qualche modo, ci permetta, ci si deve pure spostare.
“Ci stanno i treni. I miei parenti del circo ci si trovano benissimo”.
Ancora parliamo di binari?
“Gli aerei dovrebbero coprire solo le tratte lunghissime”.
E per il resto?
“La ferrovia è più economica, e porta al centro delle città”.
Meno impatto…
“Esatto. E maggiore efficienza. Anche se”.
Cosa?
“Se pensa alla nostra Roma nord”.
Ferma all’epoca di Mussolini.
“Guardi, volevo portare i figli al bio-parco di Roma sabato, ci ho rinunciato”.
Perciò secondo lei una compagnia low-cost a Viterbo sarebbe stata buona?
“No”.
Perché?
“Saremmo diventati un satellite nascosto senza identità”.
Sia meno enigmatico.
“Non si può essere il cuscinetto della Capitale a vita”.
Logico, se si vuole crescere.
“Appunto. E poi da qui a Roma, come ci si saremmo andati? In mongolfiera?”.
Il rischio di divenire solo un’area di passaggio, e per giunta scomoda.
“Preciso. Rimanendo poveri, senza turisti. E con la doppia beffa”.
Quale?
“Che chi capitava qua per caso, poi imboccata la Cassia o preso un treno non sarebbe mai più tornato”.
Quindi tutto sommato…
“Ci è andata di lusso. Il Bullicame è salvo. E le strade si possono sempre sistemare”.
Ora cosa c’entrano le pozze?
“Gira questa voce che prima dell’atterraggio si deve scaricare sui campi la benzina in eccesso”.
Ma è vera?
“Io sono un leone, mica un astrofisico. L’ho letta su Novella2000“.
Ah ok.
“Piuttosto, ho tanti cuccioli da sfamare e una città da vegliare”.
La lasciamo andare, scusi.
“Vorrei però chiudere con una riflessione”.
Certo. Lei può tutto.
“Non si diventa città turistica così, con un’asfaltata e quattro aeroplanini“.
Come, allora?
“Cultura dell’accoglienza, infrastrutture, punti informazione”.
Un sogno.
“No. Per far sì che stia bene il visitatore, prima si debbono porre le basi per far star bene la gente che ci vive, in un posto”.
Sante parole. Grazie, Leone. E’ stato fantastico, come sempre.
“Arrivederci. E state coi piedi per terra”.