Palazzo Doria Pamphili, Palazzo Calabresi e Roccarespampani. Ci sono anche tre meraviglie della Tuscia tra i 662 beni che la Regione Lazio, in collaborazione con il Demanio statale, ha individuato come immobili da valorizzare e riscoprire. E per cui verranno stanziati fondi appositi.
L’idea di base è quella di trasformare questi gioielli, inutilizzati e in stato di abbandono, in miniere d’oro da sfruttare – sempre nel rispetto della loro storia – per produrre ricchezza e incentivare il turismo. Dal momento che, allo stato attuale delle cose, rappresentano una spesa insostenibile per l’amministrazione, da cui non si ricava alcun profitto.
E allora cosa fare? La delibera di giunta a firma del presidente della regione Nicola Zingaretti parla chiaro. Queste strutture vanno reinventate. Destinate ad un utilizzo differente rispetto a quello odierno.
Seicentosessantadue, in totale, gli immobili segnalati nella delibera: si va dagli ex ospedali Forlanini di Roma, fino alla villa Le Tortore di Ponza, passando per gli appartamenti romani di piazza Goldoni e per le bellezze del viterbese. O per il castello di Santa Severa, sul litorale laziale, che già dal 2014 sta vivendo una seconda e più frizzante vita. Ogni estate, infatti, da due anni a questa parte, viene riaperto al pubblico. E i turisti sembrano apprezzare: sono state più di cinquemila le visite registrate solo da giugno scorso.
Sulla scia positiva di quest’esperienza, dunque, Zingaretti & Co. hanno deciso di intraprendere la strada della valorizzazione e riscoperta per tutte quelle proprietà pubbliche che non godono certo di grande popolarità e ricchezza.
Gli immobili segnalati sono stati divisi in nove gruppi, ognuno dei quali è accompagnato da proposte di intervento mirato, che, in base alle caratteristiche strutturali e artistiche degli edifici, possono variare dalla vendita all’asta, alla permuta con altre amministrazioni pubbliche o a progetti speciali di riqualifica che possano restituire al territorio immobili di pregio.
E il palazzo di San Martino al Cimino, quello in via Calabresi e la splendida tenuta Roccarespampani, nel comune di Monteromano, rientrano proprio in quest’ultimo gruppo, assieme ad altri sei immobili, il cui valore complessivo ammonta a 275 milioni di euro.
Un destino di certo più roseo, rispetto a quello che toccherà alle proprietà messe all’asta. Svendute al miglior offerente, adesso che sono divenute un peso per le tasche delle amministrazioni, noncuranti di ciò che quei gioielli hanno rappresentao per la storia del Lazio e dell’Italia intera.