In Italia le cose vanno discretamente, nel Lazio benissimo e nella Tuscia ancora meglio. Per una volta tanto, si può essere davvero soddisfatti. Ma di che si parla? Di esportazioni, cioè di quel settore che dà il segno preciso della vivacità dell’economia di un territorio. Subito i numeri che, come si sa, contengono una verità intrinseca e non confutabile: l’anno scorso le esportazioni italiane di merci verso l’estero sono cresciute globalmente del 3,8% (ritmo sostenuto, senza dubbio, ma non sufficientemente alto tanto che la quota del nostro Paese sul totale mondiale si è mantenuta costante al 2,8%: insomma è andata bene, ma gli altri non sono stati da meno, anzi hanno fatto pure meglio). In questo contesto, il Lazio si è comportato in modo egregio facendo registrare una crescita elevata (+9,2%), superiore alla media nazionale. La quota laziale sul totale delle esportazioni nazionali ha continuato a crescere per il secondo anno consecutivo, passando dal 4,7% del 2014 al 4,9% del 2015. Anche dal lato delle importazioni si è registrato un forte aumento rispetto al 2014 (+11,3%), superiore alla media nazionale.
E qui arriva il dato viterbese da stropicciarsi gli occhi: in media nel 2015 la crescita delle esportazioni ha registrato un balzo del 13,8%. Fra le province laziali, solo Latina ha fatto meglio con un +17,9%. Indietro tutte le altre: Rieti si ferma al + 10,5%, Frosinone avanza dell’8,6%, mentre Roma ottiene un contenutissimo +3,1. Anche il dato delle importazioni è significativo per la Tuscia: +21,8%. Stavolta a guidare la classifica regionale è Frosinone (34,7), mentre Latina chiude in territorio positivo al 12,7, seguita da Roma (4,7), mentre Rieti si posiziona addirittura in zona negativa (-1,7). In soldoni, la Tuscia ha esportato lo scorso anno per un valore pari a poco più di 424 milioni di euro, mentre ha importato per oltre 324 milioni: quindi, il saldo positivo è pari esattamente a 114,250 cucuzzoni. Mica male…
Tutto questo è contenuto nel 30° Rapporto annuale sul commercio estero “L’Italia nell’economia internazionale 2015-2016” elaborato dell’ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane. Per quanto riguarda il dato nazionale, la crescita è stata leggermente più forte nel mercato europeo (3,9%) che nei paesi extra UE (3,6%), anche quest’anno trainati da Nord America, Asia centrale e Medio Oriente. Parallelamente, è proseguita anche la crescita delle importazioni (+3,3%). Nel 2015 i conti con l’estero dell’Italia sono migliorati per il quarto anno consecutivo. Il surplus corrente della bilancia dei pagamenti ha registrato un nuovo ampliamento, raggiungendo il 2,2% del Pil, per effetto soprattutto del miglioramento nelle ragioni di scambio dovuto al calo dei prezzi delle materie prime. Il numero degli esportatori italiani ha continuato a crescere, raggiungendo un nuovo massimo pari a 214mila operatori. Sono saliti anche il valore medio delle esportazioni per impresa e il grado di penetrazione delle importazioni.
Nei primi tre mesi del 2016, invece, si è registrata una lieve flessione (-0,4%) delle esportazioni, rispetto allo stesso periodo del 2015, dovuta alla forte riduzione dei flussi verso i paesi extra UE (-5,2%), non compensata dal positivo andamento sul mercato comunitario (+3,5%). Nello stesso periodo, anche le importazioni sono diminuite, ma ad un tasso più elevato (-2,2%). Il Lazio, invece, continua a registrare tassi di crescita positivi sia dal lato delle esportazioni (+5,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente) sia dal lato delle importazioni (+13,5%). In particolare, sono in aumento le esportazioni dei prodotti e preparati farmaceutici (+1,9% rispetto allo stesso periodo del 2015) e dei mezzi di trasporto, mentre la chimica ha segnato una contrazione (-3,2%). Non bene il risultato della Tuscia relativamente al primo trimestre 2016, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno: -8,4%, con una perdita di circa 8 milioni di euro (in territorio positivo tutte le altre province a partire dal +14,1 di Rieti, proseguendo con il 7,9 di Roma, il 4,1 di Latina e il 4,2 di Frosinone). Per quanto riguarda le importazioni, leggera crescita nel Viterbese con 1,1% in più; decisamente più alti i riscontri in regione: Frosinone + 31,6, Rieti +21,7, Latina 17,5, Roma 6,5.
Con riferimento ai principali mercati di sbocco, le esportazioni del Lazio nel 2015 hanno registrato andamenti eterogenei. I flussi verso l’Unione Europea – dove sono diretti i due terzi delle vendite del Lazio – sono cresciuti dell’11,1%, con andamenti diversificati nei principali mercati (Belgio +35,4%, Germania -9,2%, Francia -4,5% e Spagna +21,4%). Le esportazioni verso gli Stati Uniti (quarto mercato di sbocco della regione) sono aumentate del 7,3%, mentre le vendite in Asia Orientale hanno segnato una diminuzione del 3,5%. A livello settoriale, nel 2015 le esportazioni del Lazio di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici – che detengono una quota di circa il 45% del totale regionale – hanno registrato una crescita del 13,1%, mentre tra i principali comparti hanno segnato diminuzioni i prodotti chimici (-4,4%) e i mezzi di trasporto (-8,4%), nonostante il trend positivo degli autoveicoli, rimorchi e semirimorchi (+16%). Il Lazio si conferma al secondo posto, dopo la Lombardia, come regione esportatrice di servizi con una quota del 21,9% sul totale nazionale, pari a 15.663 milioni di euro di vendite all’estero nel 2015, con una crescita del 2,2% rispetto all’anno precedente. Infine, la Regione conta 10.664 operatori all’esportazione nel 2015, in leggero calo rispetto all’anno precedente (-0,2%), mentre si è registrata una crescita del valore medio esportato per operatori, che ha raggiunto il valore di 1,89 milioni di euro nel 2015.