Giocano a palla facendo slalom tra l’immondizia, disturbati dal passaggio di mucche, pecore e galline, hanno come sfondo una strada dissestata fatta di terra e buche, e come contorno delle costruzioni che chiamarle case è un eufemismo.
Sono i bambini colombiani della cittadina di Tunja, poco distante da Bogotà, che vivono nella povertà estrema e sono circondati da attività speculative criminali. Bisogna fare qualcosa per loro e da Canepina partono i primi aiuti. Giovedì una cena di beneficenza intitolata “Fieno sotto le stelle” è stata dedicata proprio agli abitanti colombiani e a un progetto pensato per risolvere la grave emergenza abitativa.
La partecipazione è stata molto folta e coinvolta: le donazioni sono arrivate dalle oltre cento persone presenti alla serata e da molte altre che hanno voluto lasciare un contributo economico al di là della cena sensibilizzate dal progetto dell’associazione Aes (architettura, emergenza e sviluppo) di cui fa parte anche un giovane architetto di Canepina, Ottavio Minella.
“Case insalubri, insicure, in poche parole inabitabili, orti che faticano a crescere, spazzatura ovunque, un degrado e una povertà estrema – spiega lo stesso Minella -. Questo è lo scenario che ci siamo trovati di fronte quando io e i miei colleghi siamo andati in Colombia. Abbiamo allora deciso che dovevamo fare qualcosa e ciò che prima di tutto ci è venuto in mente è stato mettere a disposizione le nostre conoscenze per aiutare il popolo di Tunja. Con il gruppo di ricerca dell’università di Roma Tre abbiamo quindi progettato delle soluzioni abitative facili da realizzare anche dalle persone del posto. Quando avremo raggiunto tutti i fondi necessari – conclude -, apriremo in loco una scuola edile così che chiunque vorrà potrà costruirsi la propria casa da solo. Grazie a tutti i benefattori”.
Ma “Fieno sotto le stelle” non è stata solo una cena di beneficenza. Nel suggestivo chiostro del museo delle tradizioni popolari di Canepina (visitabile eccezionalmente per la serata con ingresso gratuito) si sono incontrate diverse e talentuose personalità del luogo come Felice Arletti de “Il calice e la stella”. Il cuoco canepinese, impegnato da anni nella promozione dei prodotti tipici del luogo come la canapa, insieme allo chef del Gambero Rosso Salvo Cravero, ha dato vita ad un menù rivoluzionario presentando dei piatti che dall’antipasto al dolce fossero a base dei “maccaroni”, pasta tradizionale del paese dei monti Cimini.
Le portate della cena sono state intervallate dai vari interventi delle personalità presenti, mostrando la loro soddisfazione per la bella iniziativa che ha unito la buona cucina ad una giusta e nobile causa. Tra gli intervenuti il sindaco Aldo Maria Moneta, don Gianni Carparelli, uno dei promotori dell’evento e Carlo Zucchetti, il noto sommelier col cappello.