18112024Headline:

Una grande banda per chiudere le danze

A Castiglione in Teverina termina stasera il Big band festival targato Tuscia in jazz

Italo Leali, direttore artistico del Tuscia in jazz

Italo Leali, direttore artistico del Tuscia in jazz

Sta a La Spezia, Italo. A preparare il concerto del fu (ma ancora è) Giovanni Lindo Ferretti. Nel frattempo però sta anche a Bagnoregio, che c’è da rivedere due cosine del suo festival della madonna (partenza il 21); con la ciliegina sulla torta della notte bianca del 30 (già 300 biglietti venduti e oltre 500mila visualizzazioni in rete). Oh, in tutto questo non può mancare a Castiglione in Teverina, logico. Perché stasera lì si chiude. Anzi, si mette in pausa. Che tanto la primavera è dietro l’angolo.
Bene. Questa è la situazione attuale di Italo. Di Italo Leali (detta alla James Bond, ma col gin al posto del Martini). Un uomo che riesce a tenere il piede contemporaneamente in tre scarpe. E non perché arruffone, no. Semplicemente perché il suo Tuscia in jazz è una pacifica macchina da guerra perfetta.
Detto però di La Spezia (che geograficamente poco ci riguarda), e sottolineato anche ciò che sarà a Bagnoregio (avremo tempo di parlarne), forse è il caso soffermarsi su Castiglione in Teverina. Perché stasera c’è l’ultima puntata del festival (l’unico in Europa) dedicato alle big band. “Chiudiamo come da tradizione con la banda cittadina – spiega il direttore ronciglionese – ma soprattutto chiudiamo con un sorriso grande così. È andata benissimo. E parto dalla fine, un grazie lo devo a mille persone. La prima delle quali è Marcello Perquoti”.
E ciò che più funziona a Castiglione, laddove il contenitore è giovane e quindi cresce di anno in anno (i risultati grossi sono dietro l’angolo) è la cooperazione. Italo organizza, ok. Ma poi il Comune c’è sempre, la banda dà una mano, la Pro loco sta sul pezzo, e chiunque può (fosse saltato qualcuno chiediamo scusa) di sicuro non si tira indietro. “Pare quasi uno scherzo – ride, ancora lui – ma abbiamo fatto suonare più di 160 persone. Musicisti provenienti anche dall’America. Insomma, la macchina è grossa e richiede molta benzina”.

A Civita la notte bianca del 30

A Civita la notte bianca del 30

E non solo. Perché il festival è anche un’importante fucina di talenti. “Cerchiamo di pescare i migliori, tra le tante e crescenti richieste di partecipazione – prosegue – ma non ci dimentichiamo che la maggior parte di loro ha meno di 30 anni. Vi dico una cosa, un gruppo si è addirittura comperato il biglietto del suo concerto, assurdo. Lo hanno preso per portarselo a casa ed attaccarlo”.
E poi ci sono i locali, di musicisti, non meno importanti. “Ho regalato ai ragazzi di Viterbo dieci borse di studio per i nostri seminari – chiude Leali – Se le meritano proprio. Ed è bello vedere che agli stessi seminari arrivano poi quelli che suonano nella banda di Castiglione. Stiamo diventando una grande famiglia”. Già, una grande famiglia in jazz.

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